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ASSOCIATION INTERNATIONALE DE PRESSE POUR L'ETUDE DES PROBLEMES D'OUTRE-MER (A.l.P.E.P.O.) Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 8, No. 7/8 (Luglio - Agosto 1953), p. 201 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757770 . Accessed: 14/06/2014 07:27 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 188.72.126.88 on Sat, 14 Jun 2014 07:27:45 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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ASSOCIATION INTERNATIONALE DE PRESSE POUR L'ETUDE DES PROBLEMES D'OUTRE-MER(A.l.P.E.P.O.)Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 8, No. 7/8 (Luglio - Agosto 1953), p. 201Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757770 .

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AFFRICA ___ 201

situato a circa 400 metri più entro terra dell'attuale, presso a poco a N.-O. del punto ove poi sorse il Tempio di Giove Dolicheno. Sulla sinistra era un promontorio roccioso, for- mato da un banco di calcare sabbioso di limitata altezza; sulla destra, invece, una bassa e uniforme costa terrosa.

« In prosecuzione del promontorio emergeva dal mare una serie di grossi scogli, e almeno un altro, di forma al- lungata, si grotendeva verso il largo a S-E, poco distante dalla spiaggia. Tutti insieme, disposti come un frangiflutti naturale a protezione della foce, venivano a delimitare quasi una rada, che dovette essere senza dubbio utilizzata come approdo sin dalla più remota antichità. E' logico quindi rico- noscere in questa felice configurazione naturale la causa pri- ma dell'origine di Leptis quale emporio libico-fenicio, specie se si considera che in analoga posizione sorsero le altre due città della Tripolis, Oea e Sabratha » .

Fin dalla prima esplorazione del porto (che risale in ef- fetti al lontano 1924, avviata dallo stesso prof. Bartoccini e successivamente proseguita da Giacomo Guidi) fu evidente l'importanza archeologica del porto di Leptis Magna; i risul- tati conseguiti durante la passata campagna l'hanno confer- mata. Essi possono così elencarsi:

1) Rilievo topografico preciso, eseguito per la prima volta, dell'intero complesso del porto, con la delimitazione del contorno esterno dei moli e di quasi tutto il perimetro interno del bacino.

2) Ricognizione e rilevamento delle parti restituite in luce nelle precedenti esplorazioni.

3) Identificazione del perimetro del lato Sud, sinora inesplorato.

4) Identificazione di grandi complessi di magazzini, ampiamente sviluppati sui lati Nord ed Est, e probabilmente sul lato Ovest.

5) Identificazione di edifici anteriori alla sistemazione definitiva del porto, ciò che ha permesso di ricostruire ideal- mente l'approdo preseveriano.

6) Studio della disposizione e del funzionamento delle calate, specialmente nella parte alta delle banchine, con le diverse soluzioni dei piani inclinati di accesso.

7) Accertamento delle tecniche costruttive, scoperta di procedimenti sinora ignorati e di particolari caratteristiche (gettate in calcestruzzo, paramenti, muraglioni di rinforzo verso il mare, vari modi di collegamento dei blocchi, ecc).

8) Avviata soluzione di problemi topografici (canale per la regolamentazione delle acque nel « cothon » ; comunica- zioni del porto con la città e il retroterra; rapporti tra il nucleo urbano e gli approdi nei diversi periodi).

9) Studi sull'architettura del monumento (ricostruzione dei porticati, del tempietto e della torre; studio ricostruttivo del faro, ecc).

Questi i risultati, invero brillantissimi, conseguiti dalla Missione Archeologica Italiana in Libia durante la sua pri- ma campagna di scavo. Non era che l'inizio della ripresa, come dicemmo, di un lungo appassionante lavoro cui s'erano dedicati e si dedicano illustri studiosi.

Questa prima campagna non rx>teva non essere seguita, a breve distanza, da una seconda, per completare i dati rac- colti e i lavori iniziati nel settembre scorso.

A metà giugno di quest'anno è partita, dunque, la Mis- sione per la seconda campagna di scavo, e anche qui tro- viamo nuovamente il prof. Bartoccini, il dott. Vighi, vice- capo missione, il prof. Zanelli e il rag. Livio Cristo, dise- gnatore.

Questa volta i principii punti da analizzare» saggiare, definire, sono i seguenti:

1) Disrx>sizione dei blocchi nell'«opus quadratum » delia banchina Ovest.

2) Edificio preseveriano dietro la banchina Ovest, e zona tra la fronte dell'edificio e la banchina.

3) Muro all'estremità destra del Colonnato Neroniano (è contemporaneo? posteriore? bizantino?).

4) Supposto sacello all'estremità Nord del Colonnato Neroniano; al centro ara o base?

5) Accessi al Colonnato Neroniano dalla banchina, e modifiche di questa.

6) Elementi architettonici del porticato sul lato Nord (Io tratto).

7) Costruzione dietro il primo tratto del lato Nord (interno, spessore del muraglione, aperture, ecc).

8) Collegamento tra la banchina orientale e quella a Sud.

Data l'importanza che rivestono queste ricerche, tendenti sopratutto a mettere in risalto la genialità con cui gli inge- gneri romani seppero risolvere complesse e imponenti que- stioni di satura tecnica, una nota impresa italiana costruttrke

di dighe (il cui Presidente già si rese benemerito sin dalla prima campagna di scavo, appoggiando finanziariamente la Missione) ha deciso di partecipare direttamente ai lavori, in- viando sul posto un suo tecnico specializzato e un operatore cinematografico per la ripresa di un documentario a colori dei lavori in corso, con speciale riferimento alle opere di sbarramento dell'uàdi e a quelle di captazione e conserva- zione delle acque meteoriche.

Terminando queste note rileviamo ancora una volta la simpatia con cui sono stati accolti gli studiosi italiani, per i quali, senza dubbio, è motivo di legittima soddisfazione l'aver ottenuto dal Governo Libico il pieno e aperto riconoscimento per la loro alta funzione culturale e il permesso di ripren- dere e continuare gli studi sull'archeologia libica, già vanto e benemerenza grande dei Soprintendenti Italiani che colà si succedettero.

E' una attestazione di amicizia e di stima delle quali s'è fatto portavoce lo stesso Governatore della Tripolitania, che, in una recente lettera indirizzata al prof. Bartoccini, oltre a ringraziarlo per il valido e grande contributo sinora dato all'archeologia della Libia dalla Missione da lui diretta, fa voti per il successo dell'opera che essa svolgerà anche in avvenire.

Emanuele Zinevrakl»

ASSOCIATION INTERNATIONALE DE PRESSE POUR L'ETUDE DES PROBLEMES D'OUTRE-MER (A.I.P.E.P.O.)

// 28 giugno 1953 si è riunito ad Evian-les-Bains {Haute Savoie) il Consiglio Direttivo dell'A.I.P.E.P.O. sotto la pre- sidenza del prof. Fred Van der Linden, presenti i signori G. Riond, A. Cagnon, Q. Maffi e T. F ile si.

Oltre a questioni di ordinaria amministrazione sono stati presentati e discussi in Consiglio i seguenti argomenti di particolare rilievo :

a) Bollettino dell'Associazione. // Presidente ha dato comunicazione di aver raggiunto risultati concreti nell'ini- ziativa da lui intrapresa a nome dell' A. l.P. E. P.O. per la costi- tuzione {di un UfTkio di Corrispondenza ddl' Associazione stessa negli Stati Uniti.

Tale Ufficio assicurerà tra l'altro la pubblicazione del Bollettino dell' Associazione.

Il bollettino, che apparirà in lingua inglese e francese, non avrà, almeno inizialmente, carattere periódico, ma uscirà con la massima frequenza, allo scopo di fornire ai soci, con precedenza sulla stampa, i più importanti documenti riguar- danti le questioni coloniali. Esso sarà basato su di una larga e rigorosa documentazione , eviterà ogni interpretazione sog- gettiva e ogni azione di propaganda e conterrà una biblio- grafia di attualità:

b) Assemblea Generale dei Soci e Convegno di Studi. Con lo scadere del mandato conferito all'attuale Consiglio, sarà convocata nei prossimi mesi V Assemblea Generale dei Soci per la nomina delle nuove cariche.

La prevedibile presenza, in tale occasione, di un consi- derevole numero di Soci - - e quindi di giornalisti e di stu- diosi dei problemi d'oltremare - fa considerare l'opportunità di indire, in coincidenza con l'Assemblea, un Convegno di studi su tema da fissare.

Al riguardo i delegati italiani Maffi e Vile si hanno rap- presentato l'utilità di una discussione sul tema della stampa indigena nei paesi d'oltremare. Accogliendo il suggerimento, il Consiglio Direttivo ha deciso, in linea di massima e in attesa di concreta definizione, che le relazioni vertano su dì un tema sociale, su di un tema economico e sul tema della stampa indigena.

e) Visita del Presidente dell'A.I.P.E.P.O. in Italia. Di accordo con i delegati italiani, il Presidente prof. Fred Van der Linden ha fissato per la fme di settembre e principio d'ottobre l'epoca della sua visita in Italia, che doveva avve- nire nello scorso marzo e che fu rinviata per cause di forza maggiore. I dettagli della visita saranno al più presto con- cretati dalla Vice-Presidenza italiana.

d) Segretariato Generale aggiunto. Allo scopo di faci- litare ed intensificare l'attività dell' Associazione, il Consi- glio si è trovato d'accordo sull'opportunità di costituire un Segretariato Generale aggiunto con sede a Bruxelles, presso la Presidenza dell'Associazione, rue de Stassart 34.

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