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by google www giornale di filosofia Jacques Derrida (1930-2004) di Pietro Camarda Jackie Elie Derrida (questo era il suo vero nome) nasce il 15 luglio 1930 ad El-Biar, nei pressi di Algeri, terzo di cinque figli di una famiglia di ebrei sefarditi. Sin dall’infanzia subisce, per questa sua appartenenza religiosa, le ingiustizie che erano in atto nei domini francesi d’oltremare, tra cui l’Algeria, da parte del governo francese di quegli anni (la petainizzazione, 1940, conseguenza del governo Pétain, consistente nell’oppressione ebrea da parte del governo). Il giovane Derrida, quindi, aveva maturato un atteggiamento contrastante nei confronti del corso dominante degli eventi e di tutto ciò che costituiva sistema, tanto da darne la prima prova in una scolarità molto disordinata e discontinua (accompagnata da molti insuccessi), incentrata soltanto sulla passione per lo sport (calcio, gare podistiche) e per la letteratura. Tra il 1935-41 frequenta l’Écoles maternelle et primaire ad El-Biar, e proprio nel 1940-41 comincia a soffrire a scuola l’oppressione anti-razziale. Nel 1941 entra al liceo di Ben Aknoun presso El-Biar, ma l’anno dopo nel giorno del rientro a scuola, il giovane Derrida viene espulso dal liceo, in seguito all’accanimento antisemita, ed è costretto ad iscriversi al liceo Emile-Maupas (scuola non autorizzata, gestita dagli insegnanti allontanati dai pubblici uffici). Solo tra il 1943-47 ritorna al liceo di Ben Aknoun, dopo una scolarità evidentemente disordinata e costellata da numerosi insuccessi. Già in questi anni si delineano i suoi primi interessi di lettura, rappresentati da classici come: Rousseau, Gide, Nietzsche e Camus. Sono sempre di questi anni (1943-47) i primi diari, e l’esercizio continuo alla scrittura, nella speranza di diventare un giorno un professore di lettere, cosa che non gli fu possibile realizzare, dal momento che non aveva studiato greco, fondamentale per accedere a quel ramo di studi. Nel giugno del 1947 il primo insuccesso: il fallimento al diploma di scuola superiore (baccalauréat ). Fu costretto così ad iscriversi a filosofia (1948), presso il liceo Gauthier di Algeri, dove cominciò ad incrementare le sue letture, soprattutto di Sartre, Bergson, Kierkegaard e Heidegger, tutti filosofi che segneranno la sua personale riflessione fino alle opere più mature. Solo nell’anno 1949-50 effettua il suo primo viaggio in Francia, a Marsiglia (a partire dal quale si farà chiamare Jacques), dove verrà a contatto con l’esistenzialismo e leggerà anche Simon Weil e Plotino, grazie a Etienne Borne, filosofo e giornalista francese che lo indirizzerà verso una lettura che sarà in netto contrasto con l’impostazione scolastica obbligatoria dell’epoca, rappresentata da professori del calibro di Sartre, Marcel e Merleau-Ponty. È di questi anni il suo primo internato al liceo Louis-Le-Grand e il suo primo insuccesso (seguito da altri tre) nel tentativo di entrare all’ENS (École Normale Supérieure) che avviene solo nel 1952. Da quell’anno in poi comincia la carriera universitaria di Derrida. Si interessa alla presentazione della fenomenologia di Tran-Duc-Thao, pensatore di origine vietnamita, soprattutto al tentativo di questo di mediazione tra fenomenologia e materialismo dialettico. Da un professore di storia della filosofia, Martial Guéroult (storico della filosofia dall’impostazione sistematica, studioso di Cartesio, Spinoza, Kant, Maimon), attinge l’interesse per l’analisi formale dei testi che si esplica nel tentativo di ricostruirne l’articolazione interna; fino ad accostarsi anche alla costellazione di discipline come: strutturalismo, linguistica, ermeneutica. Ma soltanto con la fenomenologia comincerà il periodo di avvicinamento progressivo alla filosofia del suo tempo, fino a creare una fitta rete di amicizie, collaborazioni, seminari, lavori di conferenze che lo porteranno, infine, al suo primo lavoro, prodotto durante l’apprendistato accademico: la mémoire d’études superieures (“tesi di laurea”): Il problema della genesi nella filosofia di Husserl (1953-54, pubbl. 1990), frutto di un periodo di studio all’Archiv-Husserl di Lovanio, Jacques Derrida ::: Filosofi ::: Giornaledifilosofia.net http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda_fil.php?id=23 1 di 6 04/06/2013 22:08

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Jacques Derrida (1930-2004)di Pietro Camarda

Jackie Elie Derrida (questo era il suo vero nome) nasce il 15 luglio 1930 ad El-Biar, neipressi di Algeri, terzo di cinque figli di una famiglia di ebrei sefarditi. Sin dall’infanziasubisce, per questa sua appartenenza religiosa, le ingiustizie che erano in atto nei dominifrancesi d’oltremare, tra cui l’Algeria, da parte del governo francese di quegli anni (lapetainizzazione, 1940, conseguenza del governo Pétain, consistente nell’oppressioneebrea da parte del governo).Il giovane Derrida, quindi, aveva maturato un atteggiamento contrastante nei confrontidel corso dominante degli eventi e di tutto ciò che costituiva sistema, tanto da darne laprima prova in una scolarità molto disordinata e discontinua (accompagnata da moltiinsuccessi), incentrata soltanto sulla passione per lo sport (calcio, gare podistiche) e perla letteratura. Tra il 1935-41 frequenta l’Écoles maternelle et primaire ad El-Biar, eproprio nel 1940-41 comincia a soffrire a scuola l’oppressione anti-razziale.Nel 1941 entra al liceo di Ben Aknoun presso El-Biar, ma l’anno dopo nel giorno delrientro a scuola, il giovane Derrida viene espulso dal liceo, in seguito all’accanimentoantisemita, ed è costretto ad iscriversi al liceo Emile-Maupas (scuola non autorizzata,gestita dagli insegnanti allontanati dai pubblici uffici). Solo tra il 1943-47 ritorna al liceo diBen Aknoun, dopo una scolarità evidentemente disordinata e costellata da numerosiinsuccessi.Già in questi anni si delineano i suoi primi interessi di lettura, rappresentati da classicicome: Rousseau, Gide, Nietzsche e Camus. Sono sempre di questi anni (1943-47) i primidiari, e l’esercizio continuo alla scrittura, nella speranza di diventare un giorno unprofessore di lettere, cosa che non gli fu possibile realizzare, dal momento che nonaveva studiato greco, fondamentale per accedere a quel ramo di studi. Nel giugno del1947 il primo insuccesso: il fallimento al diploma di scuola superiore (baccalauréat).Fu costretto così ad iscriversi a filosofia (1948), presso il liceo Gauthier di Algeri, dovecominciò ad incrementare le sue letture, soprattutto di Sartre, Bergson, Kierkegaard eHeidegger, tutti filosofi che segneranno la sua personale riflessione fino alle opere piùmature.Solo nell’anno 1949-50 effettua il suo primo viaggio in Francia, a Marsiglia (a partire dalquale si farà chiamare Jacques), dove verrà a contatto con l’esistenzialismo e leggeràanche Simon Weil e Plotino, grazie a Etienne Borne, filosofo e giornalista francese chelo indirizzerà verso una lettura che sarà in netto contrasto con l’impostazione scolasticaobbligatoria dell’epoca, rappresentata da professori del calibro di Sartre, Marcel eMerleau-Ponty. È di questi anni il suo primo internato al liceo Louis-Le-Grand e il suoprimo insuccesso (seguito da altri tre) nel tentativo di entrare all’ENS (École NormaleSupérieure) che avviene solo nel 1952.Da quell’anno in poi comincia la carriera universitaria di Derrida. Si interessa allapresentazione della fenomenologia di Tran-Duc-Thao, pensatore di origine vietnamita,soprattutto al tentativo di questo di mediazione tra fenomenologia e materialismodialettico. Da un professore di storia della filosofia, Martial Guéroult (storico dellafilosofia dall’impostazione sistematica, studioso di Cartesio, Spinoza, Kant, Maimon),attinge l’interesse per l’analisi formale dei testi che si esplica nel tentativo di ricostruirnel’articolazione interna; fino ad accostarsi anche alla costellazione di discipline come:strutturalismo, linguistica, ermeneutica. Ma soltanto con la fenomenologia comincerà ilperiodo di avvicinamento progressivo alla filosofia del suo tempo, fino a creare una fittarete di amicizie, collaborazioni, seminari, lavori di conferenze che lo porteranno, infine, alsuo primo lavoro, prodotto durante l’apprendistato accademico: la mémoire d’étudessuperieures (“tesi di laurea”): Il problema della genesi nella filosofia di Husserl(1953-54, pubbl. 1990), frutto di un periodo di studio all’Archiv-Husserl di Lovanio,

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soprattutto dopo i consigli dei suoi maestri, Maurice de Gandillac (studioso della filosofiamedievale) e Jean Hyppolite (uno dei più autorevoli interpreti di Hegel in Frnacia insiemea Wahl e Kojève)..Nell’apprentissage derridiano confluiscono, in un’unica scena, opera e biografia, nonlasciando ipotizzare un suo apprentissage senza cogliere gli incontri che ne hannomesso in movimento il pensare. Sono diverse le strade che Derrida intraprese, creandoquella particolare formazione eclettica che, sa da un lato complicano ulteriormente lacomprensione su di lui, dall’altro sono il segno della chiara impossibilità di incasellarlodefinitivamente in un determinato e statico quadro storico filosofico.Il nodo fondamentale della sua formazione, come Derrida dice nell’avvertenza del 1990de Il problema della genesi nella filosofia di Husserl, rimane il confronto con lafenomenologia che “fin nella sua formulazione letterale, non ha cessato, da allora, diguidare tutto quanto ho tentato di dimostrare” (tr. it. V. Costa). L’apprendistatofenomenologico si estenderà dal 1952 fino al 1967 ma proseguirà fino alle opere piùmature, infatti Husserl in Francia era stato introdotto da pensatori del calibro di Sartre,Levinas, Ricoeur, Merleau-Ponty, da cui nasce un vero polo di studi fenomenologici alivello accademico, cui sarà difficile tanto da arrivare alla massima espressione conFoucault e Lyotard.Dunque Husserl arriva in Francia come un melange tra fenomenologia, esistenzialismo(quest’ultimo versante rappresentato soprattutto da Beaufret e Marcel), e un’apertura allapsicologia, mostrato dalle tre opere in cui la fenomenologia appare come la novitàassoluta in filosofia e che ne segnarono l’introduzione in Francia: L’essere e il nulla(1943) di Sartre, Fenomenologia della percezione (1945) di Merleau-Ponty, Scoprendol’esistenza con Husserl e Heidegger (1949) di Levinas. Tra il 1952 e il 1953 Derridaentrando all’ENS, conosce Althusser (filosofo francese, di origine algerina, consideratouno dei protagonisti dello strutturalismo degli anni sessanta, assieme a Lévi-Staruss,Lacan, Foucault, che intraprese una rilettura sistematica e minuziosa di Marx) che prestodiventerà suo amico e collega. Da questi gli viene suggerita un’attenzione particolare neiconfronti delle origini materiali e sociali del sapere, dell’azione della struttura su quelloche in termini marxiani si chiamava “sovrastruttura”.Sono questi gli anni in cui Derrida viene a contatto con i cosiddetti “maestri del sospetto”:Nietzsche, Freud e Marx, a cui Derrida dedicherà una lettura attenta e particolarmenteinteressata.Conosce e segue i corsi di Foucault e nel 1956-57 riceve l’agrégation, a cui presenziaDeleuze con il quale porterà avanti un’amicizia pluridecennale; vince una borsa di studiocome “special auditor” all’Università di Harvard, a Cambridge (da questo momento si faràsempre più forte la presenza di Derrida, e del suo pensiero, negli U.S.A., tanto da darevita ad ampi studi su di lui e a partire da lui che, prendendo spunto dal metododecostruttivo, verranno applicati alla critica dei testi letterari. La conferenza checonsacrerà Derrida negli U.S.A., sarà: “La struttura, il segno e il gioco nel discorso dellescienze umane”, tenuta nell’ottobre del 1966 al Colloquio internazionale dell’UniversitàJohn Hopkins, Baltimora, su I linguaggi critici e le scienze dell’uomo, a cui interverrannoLacan, Barthes, Paul de Man, Hyppolite). Legge nel frattempo Joyce.Nel 1957 sposa Margherite Aucouturier (psicanalista), dalla quale avrà due figli: Pierre eJean.Nello stesso anno presta servizio militare in piena guerra di Algeria, e lo fa insegnandoalla scuola del campo militare di Koléa. Conosce Bourdieu ed assieme a lui condanna lapolitica coloniale francese. Sarà in seguito a questi anni che Derrida amerà parlare dellasua Nostalgérie.Nel 1959 tiene la sua prima conferenza (“Genesi e struttura” e la fenomenologia),comincia il primo corso di insegnamento al liceo du Mans, in hypokhâgne con Genette e negli anni successivi insegna alla Sorbona, tenendo numerosi seminari soprattutto suHegel, Husserl e Heidegger.Tra il ’60 ed il ’64 insegna alla Sorbona, “filosofia generale e logica” e sarà assistente diBachelard, Canguilhem, Ricoeur, Wahl. Terrà in questi anni la sua prima conferenzapresso il Collége de philosophie su Foucault, e in sua presenza (Cogito e storia dellafollia). Contemporaneamente pubblica per la prima volta sulle riviste Critique e Tel Quel(attraverso le quali conoscerà e si confronterà con l’opera di Artaud). Vincerà il premioJean Cavaillès (intitolato al filosofo, matematico e logico, anch’egli molto influente nellariflessione derridiana), premio di epistemologia moderna, con Il problema della genesinella filosofia di Husserl.Si dimetterà dal CNRS, per continuare ad insegnare all’ENS, invitato da Hyppolite eAlthusser, dove rimarrà fino al 1984 con l’incarico di maitrê-assistant.Un posto di rilievo su tutte le esperienze che compongono la formazione derridiana lo haavuto il contatto con lo strutturalismo, di cui, come dice Deleuze, “il manifesto stesso

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dev’essere ricercato nella celebre formula, eminentemente poetica e teatrale: pensare, èemettere un colpo di dadi” (“Lo strutturalismo” 1976).Il sistema appare, a Derrida, sfondato dal suo stesso interno, diventa lo spazio delprodursi di differenze, non cominciando mai a muoversi se non quando gli restituiamol’altra metà. Legata al movimento strutturalista è una certa impostazione proposta dalla linguistica diquegli anni. La scuola linguistica strutturalista, nella lettura derridiana, strettamentefilosofica, viene a riproporre la necessità della radicalità di due questioni: origine dellinguaggio e origine della scrittura che si separano difficilmente.L’anno più importante della vita di Derrida fu il 1967-68 nel corso del quale escono leprime opere di grande diffusione, “La scrittura e la differenza”, “La voce e il fenomeno” e“Della grammatologia”. Da questo momento in poi le sue conferenze gli assicurano unagrande notorietà, ed elabora un percorso filosofico, originale e provocatorio, che sicaratterizza come decostruzione della “metafisica della presenza”. Quest’ultimacostituirebbe l’aspetto più evidente ed egemone della filosofia occidentale. Nel definire ilsuo approccio alla filosofia e al testo in generale, Derrida ha insistito nel mettere inguardia dal concepire la decostruzione semplicemente come un metodo d’interpretazione.La nozione di metodo, infatti, è stata elaborata nell’ambito di quella stessa filosofia che ladecostruzione coinvolge e pertanto ne condivide i presupposti. La decostruzione nonriguarda semplicemente l’approccio soggettivo alla materia d’indagine, poiché è ciò cheaccade alle “strutture” e alle istituzioni che nel complesso costituiscono una cultura; è latrasformazione di quelle stesse strutture e istituzioni. In questo senso si tratta diqualcosa che è “sempre già” incominciato nel momento in cui se ne può prendere atto,ecco perché la frase: “il n’y a pas de hors-texte”. Se si considera l’implicazione circolaredell’elemento oggettivo e di quello soggettivo in gioco in un simile approccio, le analogiedella decostruzione con l'ermeneutica filosofica sono evidenti e attestate da undecennale dibattito tra Derrida e Gadamer, caratterizzato dalla difficoltà di individuare unterreno di discussione comune. Tuttavia non mancano da parte di Derrida riserve critichee prese di distanza (1981) rispetto a quei principi che mantengono l’ermeneuticaaderente alla metafisica della presenza e al cosiddetto “logocentrismo”.Sorprendente è il carattere testuale dei suoi scritti, cioè la loro strutturazione e la loro“materialità”. Derrida stesso, riferendosi ai rapporti di reciproco rimando intercorrente trai suoi testi, parla di “strana geometria” o di “labirinto” (cfr. “Posizioni”). Il loro carattereinnovativo sfiora lo sperimentalismo in testi come “Envois” (in “La carte postale. DeSocrate à Freud et au de là” 1980), il cui carattere epistolare è indissociabile dal“contenuto”, o “Tympan” (in “Margini della filosofia” 1972) e “Glas” (1974), la cuistruttura interna non si presta ad una lettura tradizionale: essi si presentano infatti comeun innesto di brani che generano un testo ibrido, “mostruoso”, al punto che non si sa piùqual è il testo principale e quale il commento o la nota. Una tale strutturazione interna halo scopo di mettere in discussione quella “linearità del significante” che costituisce unodegli assiomi principali dello strutturalismo e che risulta strettamente connessa allascrittura alfabetica e alla concezione occidentale del tempo come successione di istanti-presenti. Derrida è uno dei filosofi più attenti alle nuove forme di comunicazionemultimediale, che coniugano cioè diversi mezzi espressivi e comunicativi (parola,immagine, accorgimenti tipografici) e che si svolgono su più livelli, inseparabili tra loro.Tale architettura testuale del decostruzionismo è un fatto fondamentale: esso, incrinandoquella priorità dell’intelligibile sul sensibile che tradizionalmente si è espressa comesecondarietà o addirittura inessenzialità dello scritturale e del materiale, vuoleradicalizzare più che un certo voler-dire (senso, significato o contenuto), il come i testifunzionano e sono fatti. Così, a partire da Platone, cui dedica il testo “La farmacia diPlatone” (1972), egli mette in luce la contraddizione insita negli stessi inizi del pensierooccidentale: da un lato vi si trova la condanna della scrittura, ma dall’altro lato sidefinisce il pensiero come una forma di scrittura nell’anima. Sono gli anni del ’68 eDerrida, durante gli avvenimenti del “Maggio” parigino, preferisce restare defilato, irritatoper gli aspetti più ideologici del movimento. In questo stesso periodo, a Parigi, frequentaBlanchot e il poeta Paul Celan. Sempre di più la sua attività filosofica si svolge a livellointernazionale, viaggiando e tenendo conferenze in tutto l'Occidente, fra l'Europa (ad es.in Germania, Svizzera, Repubblica Ceca) e gli Stati Uniti (il suo pensiero verrà studiatoanche in Giappone), dove sempre più forte è la polemica con i filosofi analitici e inparticolare con Searle. Nel 1974 crea il GREPh (Groupe de recherche surl’einsegnement philosophique). Essendo stata approvata una legge che aboliva, inFrancia, l'insegnamento della filosofia nelle scuole, Derrida convoca nel 1979 gli “Statigenerali della filosofia”, ovvero 1200 studiosi della materia, in una manifestazione diprotesta (è in questa occasione che accetta per la prima volta di essere fotografato inpubblico). Essendosi recato sul finire del 1981 a Praga per tenere un seminarioorganizzato da Charta ’77, viene arrestato per motivi politici con la falsa accusa di

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detenzione di stupefacenti. Solo l'intervento di Mitterand provocherà il suo rilascio. Simoltiplicano negli anni ’80 le critiche all’oscurità e all’ambiguità del suo pensiero, ad es.da parte di Jürgen Habermas e dei filosofi analitici; nel 1992 questi ultimi pubblicherannouna lettera sul Times di Londra, per accusare Derrida di non essere un vero filosofo masolo uno scrittore, e contesteranno perciò l’assegnazione della laurea honoris causa aCambridge, avvenuta quello stesso anno. Nel 1983 fonda il Collège International dePhilosophie di Parigi. Negli ultimi anni il pensiero di Derrida si concentra maggiormentesui temi etici dell’amicizia, della morte, e sulle questioni politiche, in particolare riguardol’attualità del problema del terrorismo e del medio oriente; nel 2003 viene insignito dellalaurea honoris causa a Gerusalemme. La sua morte avviene l'anno dopo, la notte tra l’8e il 9 ottobre 2004, in un ospedale parigino, a causa di un tumore al pancreas già incorso da lungo tempo.

OPERE (non si intende fornire una bibliografia completa del filosofo, ma si vuoleorientare ad una sua prima lettura nell’ordine di pubblicazione originale):

Derrida J., Introduction à Husserl, L’Origine de la geométrie,PressesUniversitaires de France, Paris1962; tr. it. a cura di C. Di Martino, Introduzione aHusserl, L’Origine della geometria, Jaca Book, Milano 1987.

Derrida J., La voix et le phénomène. Introduction au problème du signe dans laphénoménologie de Husserl, Presses Universitaires de France, Paris1967; tr. it.a cura di G. Dalmasso, con una postfazione di V. Costa, La voce e il fenomeno.Introduzione al problema del segno nella fenomenologia di Husserl, Jaca Book,Milano 1968.

Derrida J., De la grammatologie, Les Éditions de Minuit, Paris 1967; tr. it. di V.Costa, a cura di G. Dalmasso, Della grammatologia, Jaca Book, Milano 1969.

Derrida J., L’écriture et la différence, Éditions du Seuil, Paris1967; tr. it. di G.Pozzi, con un’introduzione di G.Vattimo, La scrittura e la differenza, Einaudi, Torino1971, (Éditions du Seuil, Paris1967).

Derrida J., La pharmacie de Platon, Éditions du Seuil, Paris1972; tr. it. di R.Balzarotti, con un saggio introduttivo di S. Petrosino, La farmacia di Platone, JacaBook, Milano 1985.

Derrida J., La dissémination, Éditions du Seuil, Paris1972; tr. it. di S. Petrosino eM. Odorici, a cura di S. Petrosino, La disseminazione, Jaca Book, Milano 1989.

Derrida J., Marges – de la philosophie,Les Éditions de Minuit, Paris 1972; tr. it. acura di M. Iofrida, Margini – della filosofia, Einaudi, Torino 1997.

Derrida J., Positions, Les Éditions de Minuit, Paris 1972; tr. it. di M. Chiappini e G.Sertoli, a cura di G. Sertoli, Posizioni. Scene, atti, figure della disseminazione,ombre corte, Verona 1999.

Derrida J., Glas, Éditions Galilée, Paris1974; tr. it. a cura di S. Facioni, testofrancese a fronte, Glas. Che cosa resta del sapere assoluto?, Bompiani, Milano2006.

Derrida J., Economimesis, Flammarion, Paris 1975; tr. it. a cura di F. Vitale, Economimesis. Politiche del bello, Jaca Book, Milano 2005.

Derrida J., Le facteur de la vérité, Flammarion, Paris1975; tr. it. di F. Zambon, Ilfattore della verità, Adelphi, Milano 1978.

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Derrida J., La vérité en peinture, Flammarion, Paris1978; tr. it. di G. e D. Pozzi, Laverità in pittura, Newton Compton, Roma 1981.

Derrida J., Éperons. Les styles de Nietzsche, Flammarion, Paris 1978; tr. it. G.Cacciavillani, a cura e con un saggio di S. Agosti, Sproni. Gli stili di Nietzsche,Adelphi, Milano 1991.

Derrida J., Envois, in La carte postale. De Socrate à Freud et au de là,Flammarion, Paris 1980.

Derrida J., Spéculer – sur Freud, in La carte postale. De Socrate à Freud et aude là, Flammarion, Paris1980; tr. it. di L. Gazziero, a cura di G. Berto, Speculare –su Freud, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.

Derrida J., Feu la cendre, Editions de Femmes, Paris1984; tr. it. di S. Agosti, testofrancese a fronte, Ciò che resta del fuoco, SE, Milano 2000.

Derrida J., De l'esprit. Heidegger et la question, 1987; trad. it. di G. Zaccaria,Dello spirito. Heidegger e la questione, Feltrinelli, Milano 1989.

Derrida J., Le problème de la genèse dans la philosophie de Husserl, PressesUniversitaires de France, Paris1990; tr. it. a cura di V. Costa, Il problema dellagenesi nella filosofia di Husserl, Jaca Book, Milano 1992.

Derrida J., L’archèologie du frivole, Éditions Galilée, Paris1990; tr. it. di M.Spinella, introduzione di M. Ferraris, L’archeologia del frivolo. Saggio suCondillac, Edizioni Dedalo, Bari 1992.

Derrida J., Du droit à la philosophie, Éditions Galilée, Paris 1990.

Derrida J., Spectres de Marx 1993; trad. it. di G. Chiurazzi, Spettri di Marx,Cortina, Milano 1994.

Derrida J., Force de loi. Le Fondement mystique de l’autorité 1994; trad. it. di A.Di Natale, Forza di legge, Torino, Boringhieri 2003.

Derrida J., Mal d’archive. Une impression freudienne, Éditions Galilée,Paris1995; tr. it. di G. Scibilia, Mal d’archivio. Un’impressione freudiana, Filema,Napoli 1996.

Derrida J., Apories. Mourir – s’attendre aux “limites de la vérité”, Éditions Galilée,Paris1996; tr. it. a cura di G. Berto, Aporie. Morire –attendersi ai “limiti dellaverità”, Bompiani, Milano 1999.

Derrida J., Le droit à la philosophie du point de vue cosmopolitique, UNESCO etÉditions Verdier, Paris1997; tr. it. a cura di S. Ragazzoni, Il diritto alla filosofia dalpunto di vista cosmopolitico, il melangolo, Genova 2003.

Derrida J. e Ferraris M., Il gusto del segreto, Laterza, Roma-Bari 1997.

Derrida J., Sur parole. Istantanés philosophiques, Éditions de l’Aube, Paris2002;tr. it. di A. Coriolato, Sulla parola. Istantanee filosofiche, nottetempo, Roma 2004.

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Derrida J., Et cetera, Éditions de l’Herne, Paris2005 (postumo); tr. it. di T. LoPorto, Et cetera (and so on, und so weiter, and so forth, et ainsi de suite, und soüberall, etc.), Castelvecchi, Roma 2006.

Derrida J., L'animal que donc je suis 2006 (postumo); trad. it. di G. Dalmasso,L'animale che dunque sono, Milano, Jaka Book, 2006.

Derrida J., Maintenant l’architecture, Succession Derrida 2008 (postumo);tr. it. acura di F. Vitale e H. Scelza, Adesso l’architettura, Libri Scheiwiller, Milano 2008.

PUBBLICATO IL : 22-05-2009@ SCRIVI A Pietro Camarda

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