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Università degli Studi di Cagliari - Dipartimento di Giurisprudenza Corsi di Informatica Giuridica e Informatica Giuridica e Principi di Filosofia del diritto Docente: prof. Gianmarco Gometz 1 Introduzione ai corsi di Informatica giuridica e Informatica giuridica e principi di filosofia del diritto 0.1. L’informatica Giuridica La nascita dell’informatica giuridica si fa solitamente risalire a Lee Loevinger, che già nel 1949 aveva lanciato una nuova scienza denominata “giurimetria”. Attraverso i metodi propri delle cosiddette scienze esatte, la giurimetria si proponeva di applicare delle forme di calcolo quantitativo al diritto, e in particolare occuparsi di problemi come l’analisi quantitativa dei comportamenti giudiziari, l’applicazione della teoria della comunicazione e dell’informazione al linguaggio giuridico, l’applicazione della logica matematica al diritto, il reperimento dei dati giuridici attraverso strumenti elettronici meccanici e la formulazione di un calcolo di prevedibilità dell’applicazione della legge. Il termine “giurimetria” venne in seguito a designare una serie di ricerche non completamente riconducibili al suo etimo concernenti in generale l’uso dell’elaboratore nell’attività giuridica. Il termine “Informatica giuridica” compare per la prima volta nel 1968, in un working paper predisposto dal Servizio giuridico degli esecutivi delle comunità europee di Bruxelles per una riunione di esperti. Si trattava, in realtà, di un adattamento del francese Informatique juridique, utilizzato in quell’epoca per designare la disciplina che si occupava del reperimento delle informazioni giuridiche attraverso procedimenti automatici. Il termine venne in seguito adoperato in un senso sempre più ampio, anche a causa della sempre maggior varietà di applicazioni di tipo giuridico o meta-giuridico per le quali veniva utilizzato l’elaboratore elettronico. Per "informatica giuridica" si intende oggi quella disciplina scientifica che studia l'applicazione delle tecnologie informatiche e telematiche alla teoria e alla pratica del diritto. Il cuore dell'informatica giuridica, tradizionalmente, è rappresentato dalla cosiddetta informatica giuridica documentale, che studia la raccolta, la selezione, l’organizzazione e il reperimento automatizzato dei documenti giuridici, intesi come fonti di c.d. conoscenze giuridiche pubbliche. Le conoscenze giuridiche pubbliche, così chiamate perché potenzialmente accessibili a tutti, sono redatte in testi pubblicamente disponibili (gazzette ufficiali, repertori giurisprudenziali, scritti dottrinali, ecc.) e constano di informazioni riguardanti le norme giuridiche, i provvedimenti giurisprudenziali e gli scritti dottrinali. Tuttavia, è noto che un giurista dispone di altre conoscenze che vengono utilizzate nel suo lavoro quotidiano: delle “conoscenze giuridiche private” che sono legate alla concreta esperienza dell’operatore giuridico. Per esempio, le conoscenze giuridiche private di un avvocato comprendono le tecniche di redazione degli atti, le prassi decisorie in uso presso un foro particolare, le strategie da adottare nei rapporti con i clienti, con le controparti, con i giudici, ecc. Le

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Corsi di Informatica Giuridica e Informatica Giuridica e Principi di Filosofia del diritto

Docente: prof. Gianmarco Gometz

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Introduzione ai corsi di Informatica giuridica

e Informatica giuridica e principi di filosofia

del diritto

0.1. L’informatica Giuridica

La nascita dell’informatica giuridica si fa solitamente risalire a Lee Loevinger, che già nel 1949

aveva lanciato una nuova scienza denominata “giurimetria”. Attraverso i metodi propri delle

cosiddette scienze esatte, la giurimetria si proponeva di applicare delle forme di calcolo

quantitativo al diritto, e in particolare occuparsi di problemi come l’analisi quantitativa dei

comportamenti giudiziari, l’applicazione della teoria della comunicazione e

dell’informazione al linguaggio giuridico, l’applicazione della logica matematica al

diritto, il reperimento dei dati giuridici attraverso strumenti elettronici meccanici e la

formulazione di un calcolo di prevedibilità dell’applicazione della legge. Il termine

“giurimetria” venne in seguito a designare una serie di ricerche non completamente riconducibili al

suo etimo concernenti in generale l’uso dell’elaboratore nell’attività giuridica.

Il termine “Informatica giuridica” compare per la prima volta nel 1968, in un working paper

predisposto dal Servizio giuridico degli esecutivi delle comunità europee di Bruxelles per una

riunione di esperti. Si trattava, in realtà, di un adattamento del francese Informatique juridique,

utilizzato in quell’epoca per designare la disciplina che si occupava del reperimento delle

informazioni giuridiche attraverso procedimenti automatici. Il termine venne in seguito adoperato

in un senso sempre più ampio, anche a causa della sempre maggior varietà di applicazioni di tipo

giuridico o meta-giuridico per le quali veniva utilizzato l’elaboratore elettronico.

Per "informatica giuridica" si intende oggi quella disciplina scientifica che studia

l'applicazione delle tecnologie informatiche e telematiche alla teoria e alla pratica del

diritto. Il cuore dell'informatica giuridica, tradizionalmente, è rappresentato dalla cosiddetta

informatica giuridica documentale, che studia la raccolta, la selezione, l’organizzazione e il

reperimento automatizzato dei documenti giuridici, intesi come fonti di c.d. conoscenze

giuridiche pubbliche. Le conoscenze giuridiche pubbliche, così chiamate perché potenzialmente

accessibili a tutti, sono redatte in testi pubblicamente disponibili (gazzette ufficiali, repertori

giurisprudenziali, scritti dottrinali, ecc.) e constano di informazioni riguardanti le norme giuridiche,

i provvedimenti giurisprudenziali e gli scritti dottrinali. Tuttavia, è noto che un giurista dispone di

altre conoscenze che vengono utilizzate nel suo lavoro quotidiano: delle “conoscenze

giuridiche private” che sono legate alla concreta esperienza dell’operatore giuridico. Per

esempio, le conoscenze giuridiche private di un avvocato comprendono le tecniche di

redazione degli atti, le prassi decisorie in uso presso un foro particolare, le strategie

da adottare nei rapporti con i clienti, con le controparti, con i giudici, ecc. Le

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conoscenze giuridiche private, per la loro stessa natura, mal si prestano a esser raccolte e

archiviate in banche dati o altri documenti pubblicamente disponibili, pertanto fuoriescono

dall’ambito tradizionale dell’informatica giuridica documentale.

L’informatica giuridica documentale, oggi, studia la realizzazione di quei sistemi automatizzati in

grado di fornire informazioni in risposta a quesiti posti da un utente. Il moderno giurista ha infatti

l’opportunità di accedere a numerosi sistemi di documentazione giuridica automatica, capaci di

mettere a sua disposizione gran parte della normativa, della giurisprudenza e della letteratura sul

diritto vigente in un dato luogo o tempo. L’immagazzinamento di questi documenti avviene in

apposite banche dati elettroniche, cioè delle collezioni di dati organizzati e omogenei

concernenti uno o più argomenti affini, gestiti da un calcolatore e messi a disposizione

degli utenti mediante un linguaggio di interrogazione appropriato. Le lezioni di

informatica giuridica che costituiscono questo corso sono dedicate per l’appunto all’illustrazione

delle tecniche di ricerca documentale operata attraverso banche dati giuridiche.

Oltre all’informatica giuridica documentale vi sono peraltro altre tradizionali branche

dell’informatica giuridica, di cui in questa sede mi limiterò a offrire una breve panoramica. Vi è per

esempio la cosiddetta informatica giuridica decisionale, che studia la progettazione e

l’applicazione dei programmi in grado di fornire consigli e consulenze giuridiche, applicando in

maniera automatica il diritto. L’informatica giuridica decisionale ha come scopo quello di superare

il momento meramente informativo per spingersi a riprodurre automaticamente le attività dei

giuristi umani fornendo pareri, consulenze, decisioni, e dunque proponendosi di dare soluzione ai

problemi giuridici e non una mera documentazione su di essi. Tutto ciò ovviamente presuppone un

trattamento automatizzato delle fonti di produzione giuridica che di solito viene condotto

attraverso l’elaborazione informatica dei fattori logico-formali che concorrono nel processo di

decisione giudiziale.

Lo sviluppo delle tecniche di intelligenza artificiale, iniziato nei primi anni 70, ha offerto

interessanti prospettive in questo settore grazie anche alla realizzazione di cd. sistemi esperti, la

cui caratteristica principale è l’emulazione del ragionamento umano. I sistemi esperti sono sistemi

informatici capaci di effettuare attività che richiedono particolari competenze, basate

su specifiche conoscenze o esperienze, con una performance paragonabile a quella

degli esperti umani. Tali sistemi adottano normalmente l’architettura dei sistemi basati sulla

conoscenza e dunque consistono di un’ampia base di conoscenza formalizzata e di un motore

inferenziale che usa la base di conoscenza per risolvere i problemi sottoposti al sistema.

L’architettura è completata da un’interfaccia che consente la comunicazione con l’utente ed il

progettista del sistema.

Nel caso dei sistemi esperti giuridici, il sistema immagazzina conoscenze giuridiche

formalizzate che, attraverso peculiari processi logici, vengono restituite sotto forma

di decisione. Il processo di interrogazione è dunque rovesciato rispetto a quello che si segue

l’informatica giuridica documentale. Mentre in quest’ultima è l’operatore che pone interrogazione

al sistema informatizzato, nei sistemi esperti è il computer che interroga l’operatore e

che sulla base delle sue risposte, sfrutta le conoscenze ricomprese nella base dati per

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offrire una soluzione giuridica del caso prospettato. Sistemi esperti giuridici capaci di

elevate prestazioni sono già stati realizzati sia pure in ambiti piuttosto ristretti, ad esempio il

calcolo della liquidazione dei danni da sinistro automobilistico, ma rimane dubbio che queste

prestazioni possono essere estese fino a diventare una competenza più generale e flessibile.

Altra branca rilevante dell’informatica giuridica è data dalla cosiddetta informatica giuridica

legislativa, che si occupa di tutto l’insieme delle applicazioni dell’informatica alla

legislazione e che comprende in particolar modo la cosiddetta legimatica, il settore di ricerca

che studia la realizzazione e l’applicazione di programmi di supporto alla redazione di

testi legislativi. Uno dei principali problemi che affliggono il nostro sistema normativo è infatti

dato proprio dalla cattiva qualità della tecnica legislativa, che si traduce nei noti difetti di ipertrofia,

oscurità e incoerenza della legislazione. Lo scopo della legimatica è quello di far sì che i testi

legislativi siano non sono rispettosi delle regole di ortografia e sintassi, ma anche di precisi principi

di stile e di coerenza stabiliti dalle autorità competenti in materia. Le applicazioni della legimatica

attualmente utilizzate comunque si limitano perlopiù a evitare, individuare e correggere forme

linguistiche imprecise, costruzioni sintattiche oscure o complesse o più semplicemente articoli o

commi troppo lunghi.

L’ultima branca dell’informatica giuridica che si può menzionare in questa sede è data dalla

cosiddetta informatica giuridica di gestione, che studia il trattamento automatizzato

dei processi di organizzazione dell’infrastruttura e dei mezzi strumentali con i quali si

gestisce il diritto. Tra le sue applicazioni principali rientra la cosiddetta informatica

giudiziaria che si occupa dell’informatizzazione e dell’automazione delle procedure

giudiziarie e dell’intero processo giurisdizionale, col fine di migliorarne l’efficienza e

l’efficacia. L’informatica giudiziaria si propone di consentire la gestione informatizzata di tutti gli

atti e gli adempimenti che siano espressione di attività procedurali giudiziarie nel campo civile,

penale e amministrativo, con particolare riguardo ai servizi di cancelleria, quali informazioni sullo

stato del processo, le date dell’udienza, i provvedimenti emessi, il rilascio dei certificati, la stesura,

la conservazione e il reperimento di atti del processo (il testo dei procedimenti verbali, delle

relazioni dei periti e dei consulenti, eventuali provvedimenti emessi in Corso di causa ecc.).

0.2. La distinzione tra Informatica Giuridica e Diritto dell’informatica

Si è detto che per "informatica giuridica" si intende oggi quella disciplina scientifica che studia

l'applicazione delle tecnologie informatiche e telematiche alla teoria e alla pratica del diritto. Il

termine “ informatica giuridica”, peraltro, viene adoperato anche in un senso più ampio, che

ricomprende l’insieme degli effetti giuridici che scaturiscono dall’applicazione e

dall’impiego dell’informatica e delle nuove tecnologie, e dunque l’insieme di questioni

giuridiche sorte a seguito della creazione di un nuovo bene immateriale: il bene

informatico. Onde evitare frequenti quanto inopportune confusioni, è bene distinguere

l’“informatica giuridica in senso stretto” dal c.d. “diritto dell'informatica”. L’informatica giuridica

riguarda infatti l’informatica applicata al diritto: qui il diritto è oggetto dell’informatica,

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essendo appunto l’informatica giuridica lo studio delle applicazioni della scienza dei computer al

diritto, e dunque alle attività giuridicamente rilevanti.

Il diritto dell’informatica, per contro, è il diritto applicato all’Informatica: qui l’informatica è

oggetto del diritto (e quindi oggetto di disposizioni normative, pronunce giurisprudenziali e

indagini dottrinarie). Il diritto dell’informatica si pone infatti come lo studio della

regolamentazione giuridica di attività umane che involgono l’impiego di strumenti

informatici anche se, più che come disciplina unica e omogenea, si presenta come un fascio di

sotto-discipline giuridiche che interferiscono con le tradizionali branche del diritto (e si ha infatti

il diritto penale dell’informatica, il diritto amministrativo dell’informatica, il diritto

privato dell’informatica ecc.).

Secondo alcuni studiosi, il diritto dell’informatica comprenderebbe un complesso di materie

estremamente eterogeneo e sarebbe caratterizzato solo sotto un profilo contenutistico per il fatto

di riguardare il computer o i suoi programmi o le raccolte di dati automatizzate. Il diritto

dell’informatica, pertanto, non costituirebbe un ramo autonomo del diritto,

caratterizzato da una disciplina giuridica sua propria, ma comprenderebbe una serie

di istituti, appartenenti ai vari campi del diritto, disciplinati secondo le norme loro

proprie e tradizionali. Tipici problemi di diritto dell’informatica sono ad esempio:

a) La tutela giuridica del software, delle banche dati e delle opere multimediali;

b) La disciplina sui reati informatici e il cosiddetto diritto penale dell’informatica;

c) La disciplina sul documento informatico e la firma digitale;

d) La disciplina dei contratti informatici: contratti conclusi attraverso strumenti informatici e il

commercio elettronico;

e) La tutela dei nomi a dominio;

f) La disciplina delle manifestazioni del pensiero in Internet e la responsabilità dei provider;

g) La privacy informatica.