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Études sur le latin des chrétiens. IV, Latin chrétien et latin médiéval, « Storia e Letteratura. Studi e Testi », 143 by C. Mohrmann Review by: Giuseppe Tibiletti Aevum, Anno 54, Fasc. 2 (maggio-agosto 1980), pp. 347-348 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20857277 . Accessed: 15/06/2014 22:01 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.79.20 on Sun, 15 Jun 2014 22:01:20 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Études sur le latin des chrétiens. IV, Latin chrétien et latin médiéval, « Storia e Letteratura. Studi e Testi », 143by C. Mohrmann

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Études sur le latin des chrétiens. IV, Latin chrétien et latin médiéval, « Storia e Letteratura.Studi e Testi », 143 by C. MohrmannReview by: Giuseppe TibilettiAevum, Anno 54, Fasc. 2 (maggio-agosto 1980), pp. 347-348Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20857277 .

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RECENSIONI 347

abbandonarsi talora (vedansi le pagine introduttive ?Chroniken als Trivialliteratur?) ad attualismi e a generalizzazioni sociologiche che lasciano per plessi, o per la sistemazione cumulativa della bi

bliografia. Grande, ripeto, e la nostra ammirazione e il nostro debito di rieonoscenza (basta leggere il capitolo ? Die elementaren Voraussetzungen der

byzantinischen Philologie? per convincersene al

meglio); ma forse l'illustre autore potra concor dare che, piu di un manuale, i suoi due volumi sono una grandiosa Einleitung: penso che non solo uno o due studio si alia ricerca di notizie su un lette rato bizantino consulteranno prima il piu comodo Krumbacher per controllarlo poi ed aggiornarlo sulPHunger.

Carlo Maria Mazzucchi

C. Mohrmann, fitudes sur le latin des chretiens. IV, Latin chretien et latin medieval, ? Storia e Lette ratura. Studi e Testi ?, 143, Ed. di Storia e Lette ratura, Roma 1977. Un volume di pp. 441.

Questo quarto volume appare 12 anni dopo il

precedente e raccoglie una seiie di articoli in parte pubblicati e gia noti. La prima sezione ne riporta alcuni, in successione cronologica, sul latino cri

stiano, tali da offrire anche al non specialista una

significativa panoramica dei problemi connessi e delFevoluzione che hanno subito: dal ruolo di primo piano esercitato dalla novita del messaggio cristiano nella trasformazione della lingua latina al problema della definizione del latino medievale; dalFimpor tanza di una corretta metodologia storico-filologica che si serva con giusta misura delFetimologia, alia

dialettica, sempre piu da lumeggiare, delPautono mia-continuita del Medioevo nei confronti delPan tichita classica e cristiana.

Ma Finteresse maggiore e senza dubbio costituito dalle pagine in cui la Mohrmann, qui, per la prima volta, stila un acuto e puntuale bilancio della tesi di Schrijnen a distanza di oltre quarant'anni dalla sua formulazione. Nel 1933, infatti, usciva il breve lavoro delFillustre linguista, Charakteristik des altchristlichen Latein, che, integrato dai successivi, a cui collaborava la stessa Mohrmann, venne e vie ne comunemente considerato la Charta della cosid detta ? Scuola di Nimega ?. Ebbene, oggi, la tesi della Sondersprache, cioe la ?lingua speciale ? dei

cristiani, con le sue innovazioni lessicali e semanti

che, morfologiche e sintattiche, ha ancora validita scientifica? La Mohrmann, mentre passa analiti camente in rassegna i vari capitoli, risponde affer

mativamente, riconoscendo allo studioso il grande merito di aver inserito lo studio del latino cristiano nelPambito della filologia e della linguistica. Nel

contempo sottolinea anche che la medesima intui zione si pud esprimere oggi con termini quali ?lin

gua di un contesto sociale ? (p. 114), senza con

questo considerare o ridurre Schrijnen a precur sore di una concezione orizzontaiistica del cristia nesimo. D'altro canto non si esime dallo stigmatiz

zare rincompletezza del lavoro nello scarso accen no all'influenza della lingua greca sulla latina, ed indica come proficua \ ista di ricerca lo studio pa rallelo e comparato delle due lingue. Ma anche per quanto riguarda i cosiddetti Christianismen indi

retti, Fautrice modifica a buon diritto la formula zione di Schrijnen: se accetta Fipotesi della loro

provenienza dal linguaggio biblico, ricorda altresi che svariate tendenze, del tutto estranee ad esso,

intervengono a crearli. Un secondo motivo di grande interesse del

volume e che, nella terza sezione, dedicata ad arti coli di carattere semasiologico, compare per la

prima volta una ricerca sul rapporto tra i termini

stclctxotto^ e speculator. II termine latino, che

spunta a partire da S. Agostino, serve alia Mohr mann per dimostrare che esso non e una semplice traduzione di iniaxoTtOQ da aggiungere al gia diffuso imprestito episcopus, ma conferma lingui sticamente la consapevolezza dello stretto legame della funzione episcopale con i passi vetero-testa mentari di Ez. 3,16-21; 33,1-20; 34, i quaJi, appun to, parlano del ? pastore ? (Troifrrjv) e della sen tinella (oxohoq). Senonche, gli stessi testi biblici sono alia base anche del ?capo di comunita?

degli Esseni. E allora, a parere della Mohrmann, Fimprowisa apparizione in Siria di un episcopato monarchico, quale risulta dalle lettere di Ignazio di Antiochia, potrebbe trovare spiegazione in con tatti piii o meno diretti con ? gente venuta da am biente esseno ? (p. 240). Ora, Fipotesi sembra cer tamente allettante, con tutti i crismi dell'acribia scientifica. Ma non si pud negare, a mio awiso, che un giro d'orizzonte un po' piu vasto non avreb be nociuto alFindagine. Penso ai dati che i papiri di epoca ellenistica e romana sono in grado di for nirci riguardo ai termini 7TpsapUTepo<; ed

inlayiOTZoq: agli orecchi della gente essi non risuonavano estranei, ma indicavano precisi rap presentanti civili (e religiosi), gli uni emergenti sempre e solo dalla comunita locale in gruppi col

legiali, gli altri preposti come funzionari unici alia sorveglianza ed al controllo delle comunita loro affidate.

Nella quarta parte del libro, un terzo saggio inedito, dal titolo Resistance et assimilation du

monachisme ancien a la civilisation antique, non

aggiunge grosse novita rispetto a quanto gia si conosce sul monachesimo. Nella ricerca dei prece dent delFanacoretismo cristiano in ambiente egi ziano merita, pero, attenzione la sottolineatura secondo cui ? sembra possibile che il Manicheismo abbia contribuito a creare un clima spirituale, in cui Fascetismo mistico di forme assai radicali

pareva prosperare? (p. 279). Ma, neppure, credo, si puo ignorare una certa

predisposizione delFindole egiziana all'ascetismo, che trova, proprio alia fine del III secelo e soprat tutto nel IV, tanti motivi per attecchire. La sua

radicalita si concretizza ? come osserva la Mohr mann ? nel rifiuto del mondo per la vita del deser

to, visto, piu che come rifugio, come luogo ideale di

ascesi, perche* creduto popolato dai demoni; e,

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348 RECENSIONI

ancora, nella celebrazione del lavoro manuale, che si pone agli ?antipodi di certe tradizioni della cultura antica ? (p. 281). La cultura del primitivo anacoretismo egiziano e quasi tutta ? orale ?, ben lontana da quella letteraria del tempo e diversa da quella dell'ascetismo cappadoce, impregnata di classicita.

La quinta sezione del volume e interamente co

stituita da un lungo saggio sul Latin of Saint Patrick: h il testo di quattro conferenze tenute nel 1961 al Dublin Institute for Advanced Studies e

da questo pubblicato nello stesso anno. La contro versa figura di S. Patrizio ne esce parzialmente illuminata ed il suo latino si spiega

? a giudizio della Mohrmann ? solo se rapportato con quello del V secolo della Gallia centrale.

Ottimo ausilio per gli studiosi e, inline, la ristam

pa in appendice dello studio dello Schrijnen, gia sopra citato.

Corredano il libro gli indici dei termini greci e

latini e quello alfabetico delle materie nelle lingue tedesca, inglese e francese, relative ai vari articoli, che rendono quanto mai utilizzabile la varieta di contenuto del volume e permettono di cogliere talune diversita di prospettiva di uno stesso argo

mento nell'arco delle lunghe ricerche della nota

studio sa.

Giuseppe Tibiletti

P. Riche, Les ecoles et Venseignement dans V Occi dent chretien de la fin du Ve siecle au milieu du XIe siecle, Aubier-Montaigne, Paris 1979. Un volume di pp. 462.

L'opera di questo noto studioso di storia medioe vale fa seguito a un altro suo importante volume dedicato allo stesso tema, l'educazione nel Me

dioevo, Education et culture dans VOccident barbare, VIe-VIIIe siecles, Paris 1962, tradotto e pubblicato in Italia nel 1966, a cura di Giovanni Giraldi, per i

tipi della casa editrice Armando di Roma. Si pud dire che le due pubblicazioni si completano e si

integrano a vicenda e, entrambe condotte con pre cisione e rigore metodologico, sono sostenute da una buona capacita di sintesi, che le rende anche di agile lettura, senza nulla togliere alia serieta e alia severita della ricerca.

Riferendoci qui specificamente solo alFopera piu recente, diciamo subito che essa prende le mosse da

un'ampia analisi del materiale esistente, pur nella

consapevolezza da parte dell'autore che: ? Cette

synthese, presentant un bilan de recherches en

cours, ne peut etre que provisoire ?. Si tratta infatti di uno studio riguardante secoli di cui spesso si sa

poco e per cui il recupero anche solo di una nuova

notizia pud riuscire determinante. Sappiamo tutti di essere di fronte a un grande mosaico incompleto, e forse mai del tutto completabile, a cui possiamo aggiungere un gran numero di tessere: bast a avere

molta pazienza. II testo in esame di per se* non ag

giunge nulla di nuovo in tal senso; esso rivela co

munque il tentativo di operare una raccolta e una sistemazione del gia edito, tentativo che ha dato risultati positivi, portando a una pubblicazione, che potremmo, da un lato, annoverare tra quelle di alta divulgazione, dalFaltro, ritenere utilizzabile come punto di partenza per un lavoro a carattere

scientifico, che potrebbe anche portare a nuovi risultati.

II libro si articola in due parti: la trattazione sistematica del Fargomento e una serie di testi, alcuni ? documenti d'epoca ?, altri tratti da opere recenti. La scelta di questi brani e sumcientemente

ampia ed e stata condotta sui testi piu ? classici? dedicati al tema trattato: le Variae di Cassiodoro, le Epistolae di Gregorio Magno, la Regula Magistri e la Regula Benedicti, il Contra inscitiam et incuriam cicHcorum di S. Pier Damiani, Alcuino, Smaragdo, Paolo Diacono, Virgilio Marone, Gerberto d'Auril

lac, Rabano Mauro e, ovviamente, Isidoro di

Siviglia e molti altri ancora. Sorprende forse lo studioso specialista il fatto di trovarsi di fronte a testi tradotti e non gia in lingua originale. II volume h completato da cinque tavole cronologiche con i fatti e le date piu salienti per la storia della cultura de'la Spagna, dell'Italia, della Francia, della Germania, delFInghilterra, dei Paesi Scandi

navi, delFIrlanda e delFIslanda. La prima di queste tavole registra gli avvenimenti dalla fine del sec. V alia fine del sec. VI; la seconda dalla fine del VII secolo all'inizio del IX; la terza gli eventi del IX

secolo; la quarta del X; la quinta della prima meta delFXI. Infine non poteva mancare una nutrita bi

bliografia di oltre seicentoquattordici titoli. Le ope re consultate dalFautore sono veramente molte, an che se stupiscono alcune assenze: e del resto abba stanza naturale in una compilazione bibliografica, per quanto ampia, anzi forse proprio per questo, che non tutto venga registrato. E il caso, ad esempio, a proposito delle arti liberali, dell'articolo di B. L.

Ullman, Geometry in the mediaeval quadrivium, ? Studi di bibliografia e di storia in onore di T. De Marinis ?, IV, Citta del Vaticano 1964, pp. 263 285. Ricordo anche una serie di contributi sparsi su riviste, contributi che potrebbero essere di qual che vantaggio, anche se su problemi molto specifici, per Fargomento trattato, e alcuni volumi piuttosto interessanti. Tra le opere di tipo storico: P. Lamma, Oriente e Occidente nelVAlto Medioevo. Studi storici sulle due civilta, ?Medioevo e Umanesimo ?, 5, Padova 1968. Sui problemi scientifici vorrei ricor dare la vecchia, ma non del tutto superata, Storia delle matematiche, di G. Loria, vol. I, Torino 1929, rist. Milano 1950, e A. Beccaria, Sulle tracce di un

antico canone latino di Ippocrate e Galeno. I, ? Italia medioevale e umanistica?, II (1959), pp. 1-56; II, ibid., IV (1961), pp. 1-75; III, ibid., XIV

(1971), pp. 1-23. Sui vari centri di cuitura qualche cosa puo venire anche da: M. Ferrari, 1/ ?liber

glossarum ? e la cultura ecclesiastica a Monza e a

Milano in eta carolingia, ? Ricerche storiche sulla Chiesa Ambrosiana ?, II (1971) (= Archivio Am

brosiano, 21), pp. 387-394 e ? In Papia conveniant

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