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7/29/2019 Gioachino Rossini, La donna del lago http://slidepdf.com/reader/full/gioachino-rossini-la-donna-del-lago 1/23 5 La donna del lago Melodramma in due atti di Andrea Leone Tottola Musica di Gioachino Rossini PERSONAGGI GiacomoV, Re di Scozia, sotto il nome del Cav. Uberto di Snowdon tenore Duglas d’Angus basso Rodrigo di Dhu tenore Elena soprano Malcom Groeme contralto Albina soprano Serano tenore Bertram tenore Pastori e Pastorelle Scozzesi Bardi Grandi e Dame Scozzesi Guerrieri del Clan Alpino Cacciatori Guardie reali L'azione è nella Scozia, e propriamente in Stirling, e sue vicinanze. Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro in collaborazione con Universal Music Publishing Ricordi srl,Milano; a cura di H. C.Slin

Gioachino Rossini, La donna del lago

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La donna del lagoMelodramma in due atti di

Andrea Leone Tottola

Musica diGioachino Rossini

PERSONAGGI

Giacomo V, Re di Scozia, sotto il nomedel Cav. Uberto di Snowdon tenoreDuglas d’Angus bassoRodrigo di Dhu tenoreElena sopranoMalcom Groeme contraltoAlbina sopranoSerano tenoreBertram tenore

Pastori e Pastorelle ScozzesiBardi

Grandi e Dame ScozzesiGuerrieri del Clan Alpino

CacciatoriGuardie reali

L'azione è nella Scozia, e propriamente in Stirling, e sue vicinanze.

Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaroin collaborazione con Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano; a cura di H. C. Slin

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ATTO PRIMO

[1. Sinfonia, e Introduzione]

La scena presenta la famosa rocca diBenledi, che, coverta alla vetta da foltaboscaglia, e quindi allargandosi al basso,forma una spaziosa valle, nel centro dellaquale è il Lago Kattrine, originato dalleacque cadenti, cui sovrasta ardito ponte ditronchi di alberi. – Sorge l’Aurora.

Scena IPastori e pastorelle, che rendonsi a’campestri lavori. Sull ’alto cacciatori, cheinoltransi nel bosco.

PastorelleDel dì la messaggiera –Già il crin di rose infiora.

PastoriDal sen di lei, che adora, …

Pastorelle e PastoriGià fugge rapidoL’astro maggior. –Ed al suo lucido,Brillante aspettoRipiglia ogni essereVita e vigor.

Cacciatori(sulla montagna)Figli di Morven!Su, su! alle selve!Le CaledonieTemute belveA noi preparanoNovello allôr.

(Perdonsi di vista.)

Pastori e PastorelleA nostri riedasiLavori usati.Come verdeggianoRidenti i prati...Al par che ombreggianoLe quercie annose…Come spontaneeSorgon le rose...Così ai sudoriDel buon pastoreGrate rispondanoLe piante, e i fior.

(S’incamminano per varie strade.)

Cacciatori(di lontano)

Su, su! alle selve!Le irsute belveCi offran di gloria

Novello allôr.

Scena IIElena in un battello nel lago; indi Ubertodalla rocca.

[Cavatina]

ElenaOh mattutini albori!Vi ha preceduti Amor.Da’ brevi miei soporiA ridestarmi ognorTu vieni, o dolce immagineDel caro mio tesor! –Fugge, ma riede il giorno;Si cela il rio talor,Ma rigorgoglia intornoDi più abbondante umor;Tu a me non torni, o amabileOggetto del mio ardor!

(Si ode il vicino suono di un corno, che vieneripetuto di lontano.)

Qual suon!

[Recitativo]

Sull’alta roccaGià le fiere a domar van di FingalloI ben degni nepoti. Oh! se fra quelliSi aggirasse Malcom! vana speranza!Rapido qual balenoEi sarebbe volato a questo seno.

(Giunta alla riva, scende dal battello, cheattacca ad un tronco.)

Uberto(Eccola! alfin la rendiAll’avido mio sguardo, o Ciel pietoso!Ah, non mentì la fama,Anzi è minor di sua beltade il grido.)

ElenaDi questo lago al solitario lidoChi ti guida? chi sei?

UbertoDa’ miei compagni,Una cerva inseguendo,M’allontanai. Fra questeAlpestri, incerte balze il piè inoltrai,E, già la via smarrita,A domandarti aita io mi volgeaA te, non donna, ma silvestre Dea.(Fingasi.)

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ElenaAmico asiloTi sia la mia capanna: all’altra sponda

Meco, se il vuoi, signor, recar ti dêi.UbertoAh sì, del mio destin l’arbitra sei.

[Duettino]

ElenaScendi nel piccol legno,Al fianco mio t’assidi.

UbertoOh del tuo cor ben degnoEccesso di bontà!

ElenaSei nella Scozia, e ancoraNon sai che qui si onoraPura ospitalità?

UbertoDeh! mi perdona... deh! (oh Dio!Confuso appien son io!)

ElenaAh sgombra omai l’affanno,Lieto respiri il cor.

Uberto(Un innocente inganno

Deh tu proteggi,Amor!)(guadando insieme il lago)

Scena IIIDa varie balze giungono al piano i cacciatorianelanti in traccia di Uberto.

[Coro]

CacciatoriUberto! Ah! dove t’ascondi? Uberto!Donde tracciarlo? come trovarlo? –La fosca selva... l’alpestre, il pianoSi è già percorso, ma tutto invano! –Fiero periglio dal nostro ciglioLo invola al certo... –Uberto! Uberto!L’eco risponde! speme non v’ha! –Veloci scorransi altri sentieri... –Noi là... sul monte... –Noi verso il fonte... –Chi a ravvisarlo primier sarà,Agli altri segno dar ne potrà. –Tu, che ne leggi nel cor fedel,Al nostro sguardo lo addita, oh Ciel!Uberto! Uberto!...

(Si disperdono per diverse strade.)

Albergo di Duglas.Veggonsi sospese allepareti le sue armi, e quelle degli antenati.

[Recitativo]SCENA IV

 Albina, e Serano.

AlbinaE in questo dì?

SeranoTel dissi: atteso giungeIl Principe Rodrigo.

Albina(Elena! oh quantoTi fia grave un tal dì!)

SeranoQuei fidi amici,Cui spento ancor nel pettoNon è l’avito ardor, raccoglie intornoIl belligero Eroe. Sacro in quell’almaDi Patria amor tutto l’investe, e arditoL’impeto incauto ad arrestar lo spingeDi Giacomo, che questeContra ogni legge invadePacifiche contrade.Ah! regga il CieloCosì nobil desio, sì puro zelo!

AlbinaE di Elena la destra?

SeranoIn dolce pegnoDi tenace amistà Duglas destinaA sì prode guerrier.

Albina(Tutte prevedoLe pene di quel cor!)

SeranoTu vieni intantoA’ domestici uffici,Che maggiori in tal giornoFa un ospite sì degno: il sai, divisoFia più lieve il lavoro.

Albina(Quanto mi affanna, o amica, il tuo

[martoro!)

(Entrano.)

SCENA VElena, ed Uberto.

ElenaSei già nel tetto mio: dorata stanza,Dove il fasto pompeggia,

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Ove il lustro grandeggia,Questa non è;ma, semplice, ed umìle,Qui raccoglie secure

Dall’ìnvido livorePace, amistade, amor filiale, onore.

Uberto(Felice albergo! oh quantaBeltà, virtù racchiudi!)

ElenaIl lasso fiancoPosar ti piaccia.

Uberto(sorpreso)(Ah! qual ravviso intornoOrnamento guerrier! no... non m’inganno...Di Cavalier Scozzese,Che gli avi miei seguì,questo è l’arnese!Ove son io? e in qual periglio!)

ElenaE dondeIl tuo cupo silenzio? a che d’intornoVolgi dubbio lo sguardo?

UbertoAmabil diva!Se a te nol vieta alta cagion, deh lascia,Ch’io conosca a chi deggiaTratto così gentil?

Elena

Vanto nel padreIl famoso Duglas.

Uberto(in uno slancio, che poi reprime)Ah!

ElenaLo conosci?

UbertoPer fama... e chi nol sa?

ElenaCivil discordiaLo rapì dalla corte!

UbertoOh quanto ancoraN’è Giacomo dolente!

ElenaE chi tel disse?

UbertoVoce sparsa così... (mal cauto ardore!,Non mi svelar: che mai di me sarebbeSe giungesse Duglas?)

ElenaMa pensierosoChi ti rende così?

UbertoDi tue pupilleIl soave balen... di quegli accentiIl dolce suon... ma... chi a noi vien?

ElenaLe careCompagne mie son quelle,Che all’apparir del giornoSollecite al mio sen fanno ritorno.

[2. Coro, e Duetto]

SCENA VI

Entrano le compagne di Elena, checircondandola le dirigono il seguente Coro. Infine Albina.

[Coro]

DonneD’Inìbaca,Donzella,Che féD’immenso amoreStruggere un dìTremmor,Terror del Norte,Sei ElenaPiù bella:Per te

Di pari ardoreAvvampa cosìOgnor Rodrigo, il forte.

Uberto(Rodrigo! che mai sento!)

Elena(Funesta rimembranza!)

Uberto(Di gelosia tormento!Io già ti provo in me!)

Elena

(Affetti miei! speranzaPiù il Cielo a voi non diè!)

DonneIndissolubili,Dolci ritorte,O coppia amabile!,In te deh annodinoBeltà, e valore!E da l’Aerea,Celeste CorteI Geni pronubiIl lieto innalzinoCanto d’amor!

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UbertoSei già sposa? ed è Rodrigo,Che dal Ciel tal sorte attende?

[Duetto]

ElenaLe mie barbare vicendeChe ti giova penetrar?

UbertoForse... ah di’... non è l’oggettoChe tu adori? un altro amanteSospirar, languir ti fa?Di’!

ElenaAh! mi tolse un solo istante

Del mio cor la libertà!

Uberto(Quali accenti! e deggio in seno,Dolce speme, alimentarti?Ah sì! annunzi un tuo balenoTanta mia felicità!)

Elena(Quai tormenti! e come in senoPosso, o speme, alimentarti?Da me fugge qual balenoOgni mia felicità!)

Uberto

(Ma son sorpreso,Se qui più resto!Oh qual contrastoCrudele è questo!)

(Le compagne di Elena versano dellacervogia in una tazza a guisa di piccolaconca, e la porgono ad Elena, dalla qualevien presentata ad Uberto, che beve, mentreesse cantano.)

ElenaL’ospital concaDa me ricevi,Gli oppressi spirtiRinfranca, e bevi.

DonneTi siano faustiI Geni lari,E a te sorridanoPace, e amistà.

UbertoIl tuo bel coreDeh a me conceda,Che a’ miei compagniBen tosto io rieda.

Elena(vedendola giungere)L’amica Albina,

Che all’uopo arriva,All’altra rivaTi guiderà.

UbertoBella! al tuo fianco,Ah sempre sarei!

Elena(con contegno imponente)Hai tu obbliato,Che ospite sei?

UbertoLascia, che imprimaSu quella mano...

ElenaCostume in MorveNon v’ha sì strano.

Uberto(Da lei dividermiCome potrò?)

Elena(Quai dolci immaginiIn me destò!)

Uberto(Cielo! in qual estasi

Rapir mi sentoD’inesprimibile,Dolce contento!Di quai delizieM’inebbria Amore!Che cari palpitiProvar mi fa!)

Elena(Cielo! in qual estasiRapir mi sento,Se il mio bell’idoloTalor rammento!Di quai delizieM’inebbria Amore!Che cari palpitiProvar mi fa!)

UbertoAddio!

ElenaPropizioTi assista il Ciel!Addio!

Uberto(Deh plàcati,Fato crudel!)

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(Elena entra nelle sue stanze. Uberto esce scortato da Albina, e dalle donzelle.)

[3. Recitativo, e Cavatina]

SCENA VIIDalla parte opposta, donde sono partiti

 gl ’indicati attori, si avanza concentrato, ed a passo lento, il giovane Malcom. – Giunto inmezzo alla scena, si scuote dal suo letargo,

 guarda mestamente intorno, indi dice:

[Recitativo]

MalcomMura felici, ove il mio ben si aggira!Dopo più lune io vi riveggo: ah! voiPiù al guardo mio non siete,Come lo foste un dì, ridenti e liete!Qui nacque, fra voi crebbeL’innocente mio ardor: quanto soaveFra voi scorrea mia vitaAl fianco di colei,Che rispondea pietosa a’ voti miei!Nemico nembo or vi rattrista, e agghiacciaIl mio povero cor! Mano crudeleA voi toglie… a me invola... oh rio

[martoro!,La vostra abitatrice, il mio tesoro.

[Cavatina]

Elena! oh tu, che chiamo!Deh vola a me un istante!Tornami a dir’ “io t’amo!”Serbami la tua fé! –E allor, di te sicuro,Anima mia!, lo giuro,Ti toglierò al più forte,O morirò per te. –Grata a me fia la morte,S’Elena mia non è. –Oh quante lagrimeFinor versaiLungi languendoDa’ tuoi bei rai!Ogni altro oggettoÈ a me funesto,Tutto è imperfetto,Tutto detesto;Di luce il Cielo,No, più non brilla,Più non sfavillaAstro per me.–Cara! tu solaMi dài la calma,Tu rendi all’almaGrata mercé!

[Recitativo]

SCENA VIIISerano, e detto, poi Duglas, ed Elena.

SeranoSignor, giungi opportuno: al vallo intornoGià di guerrieri eletta schiera è giunta,E di poco precedeIl principe Rodrigo. Oh come esultaDuglas di gioia! un avvenir feliceAlla Scozia, alla figlia, a lui predice.

Malcom(Qual fiero stato è il mio!Straziata ho l’alma,e simular degg’io?)

SeranoTu non rispondi? il ciglioGrave hai di pianto?

MalcomAmico,Lasciami al mio destin!

Serano(Ah! lo compiango!Penetro la cagion del suo dolore!)

(Parte.)

MalcomEccola! e con Duglas! forza, o mio core!

(Resta inosservato.)

DuglasFiglia, è così: sereno è il Cielo, arrideAlle speranze mie,Di ogni alma a’ voti; e già di lieti evvivaIn queste un tempo erme contrade or sentiMille voci echeggiar.La Scozia oppressaLe ombre irate degli avi al solo Eroe,Cui l’onor di esser sposa è a te serbato,Volgon fremente il ciglio, e il patrio onoreAffidano al suo brando.A te sol restaCoronar tanta impresa, e la tua manoNel bel sentier di gloriaL’alto campione affretti alla vittoria.

Malcom(smaniando fra sé)

(E resisto! e non moro!)

ElenaOh padre! e quandoFerve bollor di guerra, allor che all’armiCorre ogni età, mentre lo scudo imbracciaLa debil fanciullezza,La tremula canizie, e tutto al guardoStragi presenta, e bellici furori,Parli di nozze, e vai destando amori?

Malcom(Ah! mi è fedel!)

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DuglasSul labbro tuo stranieriSon questi accenti,e fia l’estrema volta,

Ch’io da te l’oda.Ad obbedirmi apprendaChi audace mi disprezza:Onte a soffrir non è quest’alma avvezza.

[4.Aria]

Taci, lo voglio, e basti:Meglio il dover consiglia:Mostrami in te la figliaDegna del genitor.Di un passaggiero orgoglioPerdono in te l’eccesso:Ti dica questo amplesso,Che mi sei cara ancor.

(Si sentono da lungi squillar le trombe.)

Ma già le trombe squillano!Giunge Rodrigo! oh sorte!Io ti precedo: sieguimi…Ed offri al prode, al forteIn puro omaggio il cor. –Di quelle trombe al suonoAh! ridestar mi sentoNel cor, di forze spento,L’usato mio valor!

(Parte.)

[Recitativo]

ElenaE nel fatal conflittoDi amore, e di dover, fra tante pene,Elena!, che farai?

MalcomMio caro bene!

ElenaMalcom! Numi! tu qui?

MalcomMi chiama in campoQuella ragione istessa,Che arma i prodi di Scozia.

ElenaAh! in quale istanteGiungesti!

MalcomE che? dell’amor tuo poss’io,Elena, dubitar?

ElenaCrudele! e puoiOltraggiarmi così?

MalcomSe fida è dunqueA me quell’alma, io sfiderò le stelle…

Sì, de’ nostri tiranniResisterò al poter.

ElenaSaprò morireEsempio di costanza.

MalcomA me la manoDi giuramento in pegno.

ElenaEccola…

Elena e MalcomO sposi, o al tenebroso regno.

[5. Duettino]

Vivere io non potrò,Mio ben, senza di te;Fra l’ombre scenderòPria che mancar di fé.

(Partono.)

Vasta pianura, circondata da alti monti: sivede da lungi altra parte del lago.

[6. Coro, e Cavatina]

SCENA IXRodrigo si avanza in mezzo de’ guerrieri del Clan, che lietamente l ’accolgono, indi Duglas.

[Coro]

Guerrieri del ClanQual rapido torrente,Che vince ogni confin,Se torbido, e frementePiomba dal giogo alpin,Così, se arditi in campoNe adduce il tuo valor,Non troverà più scampoL’ingiusto, l’oppressor.

(Sorte Rodrigo.)

Vieni, combatti, e vinci,Corri a novelli allori:Premio di dolci ardoriGià ti prepara Amor.

[Cavatina]

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RodrigoEccomi a voi, miei prodi,Onor del patrio suolo;

Se meco siete, io voloGià l’oste a debellar. –Allor che i petti invadeSacro di patria amore,Sa ognor di mille spadeUn braccio trionfar.

GuerrieriSì, patrio onor c’invada,Guidaci a trionfar!

RodrigoMa dov’è colei, che accendeDolce fiamma nel mio seno?De’ suoi lumi un sol balenoFa quest’anima bear! –Fausto Amor se a me sorride,Io non so che più bramar!Ed allor, qual nuovo Alcide,Saprò in campo fulminar.

GuerrieriA’ tuoi voti Amor sorride,Vieni in campo a fulminar.

[Recitativo]

DuglasAlfin mi è dato, o Prence,Stringerti al sen: ah! di sì grato istante

Bramosa l’alma mia, più dell’usatoLe ali al Tempo agitò.

RodrigoDi egual desioFu anelante il mio cor.

DuglasVenga, e ne offendaOr Giacomo, se il può. Rodrigo è in campo?Seco è vittoria. Eventi i più feliciBrillano già da così lieti auspici.

RodrigoSe il saggio tuo consiglioIl mio braccio avvalora,Non dubitar, salva è la patria allora.

DuglasIl presagio feliceAvveri il Ciel!

RodrigoMa tecoA che non è la figlia?

DuglasIo la precedoDi pochi passi.

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RodrigoIgnora forse il mioImpaziente ardor?

DuglasEccola!

RodrigoAmici!Voi l’amata mia DivaAccogliete con plausi, e lieti evviva.

[7. Coro, e Finale I]

SCENA ULTIMAElena, Albina, donzelle, indi gli altri attori,che verranno indicati.

[Coro]

Guerrieri del ClanVieni, o stella,Che lucida, e bellaVai brillandoSul nostro orizzonte!Tu serenaDeh mostra la fronteA chi alteroÈ di tanta beltà.–E come brina,Che mattutina,La terra adustaBagnando va,

Così l’aspettoDe’ tuoi bei lumiDi gioia il pettoGl’inonda già.

[Finale I]

RodrigoQuanto a quest’alma amanteFia dolce un tale istante,Non può il mio labbro esprimere,Né trova accenti Amor.Ma che? tu taci, e pavidaIl ciglio abbassi ancor?

DuglasLoquace è il suo silenzio;Il sai: Loclìnia vergineGli affetti suoi più teneriConsacra al suo pudor.

Elena(Come celar le smanie,Che straziano il mio cor?Non posso, oh Dio! resistereA così rio dolor!)

Duglas(Se al tuo dover dimèntica

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Ti rende altro amator,Figlia sleal!, paventami,Trema del mio furor.)

Rodrigo(A che i repressi gemiti?A che quel suo pallor?Ondeggio incerto, e palpitoFra speme, e fra timor!)

Elena, Rodrigo e Duglas(Di opposti affetti un vorticeGià l’alma mia circonda...Caligine profondaGià opprime i sensi mieiDel più fatale orror! –Per sempre ti perdei,O calma del mio cor!)

(Malcom alla testa de’ suoi seguaci si presenta a Rodrigo.)

MalcomLa mia spada, e la più fidaSchiera eletta a te presento:Al cimento, a fier periglio,Alla morte ancor mi guida:Mostrerò, che un degno figlioPuò vantar la Patria in me.(Ah! di freno, e di consiglioPiù capace il cor non è!)

Elena(Ah! lo veggo, e di consiglio

Più capace il cor non è!)Duglas(Figlia iniqua, il tuo scompiglioVeggo or ben chi desta in te!)

RodrigoQuesto amplesso a te fia pegnoDi amichevoli ritorte:La mia gioia or colma è al segnoFra l’amico, e la consorte!Oh quai vincoli soaviDi amistade, e pura fé!

MalcomLa consorte!... e chi?

RodrigoNol sai?

DuglasQual sorpresa?

RodrigoA’ dolci raiArdo ognor d’Elena bella...

Malcom(in uno slancio inconsiderato)Ah! non fia…

DuglasChe?

MalcomNo…

RodrigoQual favella?

Elena“Ah! non fia che a te contrastiSorte avversa il bel contento...”Volea dir...

MalcomMa...

ElenaTal momentoFa quell’anima gioir...(rapidamente, e di nascosto a Malcom, per 

 frenarlo)(Taci... oh Dio! per te pavento!Ah! pietà del mio martir!)

Rodrigo(Crudele sospetto,Che mi agiti il petto,Ah taci! comprendo...Già d’ira mi accendo! –Le furie di AvernoIn seno mi stanno!Sì barbaro affanno,No,pari non ha!)

Elena e Malcom(Ah célati, o affetto,Nel misero petto!Ei tutto comprende!Minaccia! si accende!E intanto quest’almaOppressa, smarrita,Non trova più aita,Più pace non ha!)

Duglas(Ah! l’ira, il dispetto,Mi straziano il petto!Ei tutto comprende!Minaccia! si accende!Sì... sono implacabil...Vendetta m’affretta...Un padre più miseroLa terra non ha!)

Albina(Crudele sospettoGli serpe nel petto!Quai triste vicende!Si adira! si accende!)

Albina e Guerrieri(Il Ciel par che ingombri

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In questa pagina e nelle successive: Donna del lago di Gioachino Rossini. Regia di Lluís Pasqual, scene diEzio Frigerio e costumi di Franca Squarciapino; alcuni momenti dello spettacolo andato in scena all’OpéraNational de Paris, giugno 2010.Da pagina 14 a pagina 19: atto I.

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      F    o     t    o      O    p      é    r    a      N    a     t      i    o    n    a      l      d    e      P    a    r      i    s

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      F    o     t    o      O    p      é    r    a      N    a     t      i    o    n    a      l      d    e      P    a    r      i    s

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Un nembo assai fiero...Sì cupo misteroQual termine avrà?)

(Giunge Serano frettoloso. I Bardi lo seguono.)

SeranoSul colle a Morve oppostoOstil drappello avanza...

GuerrieriNemici!

DuglasOh qual baldanza!

GuerrieriNemici!

RodrigoAndiam... disperdansi...Distruggansi gli audaci...

Malcom, Rodrigo e Duglas(Privato affanno ah taci!Trionfa, o patrio amor!)

Elena(Oh quai sanguigne faciVeggo al mio sguardo ognor!)

Rodrigo(a’ Bardi)

A voi, sacri cantori!Le voci ormai sciogliete:In sen bellici ardoriDestate su… movete;Ed al tremendo segno,Che a battagliar ne invita,Mi giuri ogni alma arditaDi vincere o morir.

Malcom, Duglas e GuerrieriGiura quest’alma arditaDi vincer o morir.

(Un Capitano reca e solleva in alto un grande scudo, che fu del famoso Tremmor  secondo la tradizione degli antichi Brettoni.Rodrigo con la sua lancia vi batte sopra trevolte. Rispondono egualmente tutti i

 guerrieri, battendo le aste su loro scudi.)

Un bardoGià un raggio, forierD’immenso splendor,Addita il sentierDi gloria, e d’onor.

BardiOh figli d’Eroi!Rodrigo è con voi.

Correte, struggeteQuel pugno di schiavi...Già l’ombre degli avi

Vi pugnano allato...Voi, fieri all’esempioDi tanto valor,Su, su! fate scempioDel vostro oppressor!

AlbinaE vinto il nemico,Domato l’audace,La gioia, la paceIn voi tornerà.

DonneE allora feliciCol core serenoLe spose, gli amiciStringendovi al seno,L’ulivo all’alloroSucceder saprà.

BardiOh figli d’Eroi!Rodrigo è con voi...Correte, struggeteIl vostro oppressor.

RodrigoAllarmi, o compagni!La Gloria ne attende...

(Qui una brillante meteora sfolgoreggia nel 

Cielo; fenomeno in quella regione noninsolito. Sorpresa in tutti.)

TuttiDi luce si accendeInsolita il ciel!

Rodrigo e DuglasD’illustre vittoriaAnnunzio fedel!

[Stretta]

Malcom, Rodrigo, Duglas e GuerrieriSu... amici! guerrieri!Marciamo! struggiamoIl nostro oppressor!

Albina, Elena e DonneSu i nostri guerrieri,Compagne!, imploriamoDel Cielo il favor!

(Le donzelle con Albina si ritirano seguendoElena, mentre Rodrigo marciando alla testadi poderosa schiera, Malcom guidando i suoi

 seguaci, ed altri Duci facendo lo stesso pel  piano, e per le colline, sgombranointeramente la scena, e si cala il sipario.)

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ATTO SECONDO

Folta boscaglia: grotta da un lato.

[8. Cavatina]

SCENA IUberto da pastore, indi Elena, e Serano dalla

 grotta.

UbertoOh fiamma soave,Che il seno m’accendi!Pietosa ti rendiA un fido amator.Per te forsennatoAffronto il periglio:Non curo il mio stato,

Non ho più consiglio:Vederti un momento,Bearmi in quel ciglioÈ il dolce contento,Che anela il mio cor!

[Recitativo]

Sì, per te, mio tesoro, in rozze spoglie,Che al guardo altrui celar mi sanno, e in

[questaInospita forestaMi guida un cieco amor. Da che ti vidi,Perdei la pace, e pórti in salvo io bramoDagli eventi di guerra, or che di sangue...

Di patrio sangue... ahi lasso!,Rosseggerà la Scozia.Ah! fu mendaceForse colui, che, da me cómpro, il tuoSolingo asilo a me svelò? qual fatoCrudele a me t’asconde?Solo a’ gemiti miei l’Eco risponde.(inoltrandosi nel folto della selva)

Elena(a Serano)Va’, non temer… è meco Albina… Ah volaDel padre in traccia. Egli tornar promisePria della pugna, e il termin già scorre,Che al ritorno prefisse. Oh quanti in senoNuovi palpiti destaTanta tardanza, al mio timor funesta!

SeranoCalma l’affanno: ad appagarti or vado.Abbi cura di te.

(Parte.)

ElenaDa quante spadeÈ trafitto il mio cor!

Uberto(ravvisandola)

Nume possente!Tu arridi a’ voti miei!

ElenaUn uom! si fugga...

UbertoAh ferma!

ElenaE tu chi sei?

UbertoNon mi ravvisi?

ElenaE chi?

Uberto

Cure ospitaliMi prodigò la tua bell’alma.

ElenaAh! è vero!Or ti conosco. Ebben? da me che chiedi?Chi spinge i passi tuoi? qual nutri ardire?

UbertoDirti, ch’io t’amo, e di tua man morire.

[9.Terzetto]

Elena

Alla ragion deh riedaL’alma agitata, oppressa,Ed all’amor succedaLa tenera amistà.

UbertoArcani sì funestiPerché tacermi, ingrata!,Allor che mi rendestiPreda di tua beltà?

ElenaTe amante io non sapea...

UbertoNon tel diss’io?

ElenaCredea,Che gentilezza...

UbertoAmore...Sì... in me possente AmoreFiamma destò vorace...E la sua cruda faceStruggermi appien saprà!

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Elena(Nume! se a’ miei sospiriPace donar non sai,

Almen de’ suoi martiriDeh! calma la crudeltà!)

Uberto(Io del suo cor tiranno?Farla infelice io stesso?Ah no... di amore a dannoVirtù trionferà.)Vincesti... addio!... rispettoGli affetti tuoi...

ElenaTen vai?

UbertoE a che mirar quei raiSeveri ognor per me?

ElenaSe de’ tuoi giusti laiLa rea cagione son io,Squarciami un cor, che maiDarti saprà mercé!

UbertoNo, cara: anzi desioPegno di mia costanzaLasciarti in rimembranza,Che sacro io sono a te.

Elena

E qual?UbertoDa rio periglioSalvai di Scozia il Re.Il suo gemmato anelloEgli mi diè: tel dono.

(Le mette al dito il suo anello.)

Se mai destin rubelloTe, il genitor, l’amanteSa minacciar, dinanteTi rendi al Re: la gemmaAppena mostrerai,Grazia per tutti avrai;E ad appagarti intentoSempre il suo cor sarà.

ElenaE il mio rigor contentoRenderti... oh Dio! non sa?

UbertoAh! basta al mio tormentoDestar la tua pietà.

(Sorte Rodrigo.)

SCENA IIRodrigo in osservazione, e detti.

Elena ed Uberto(Qual pena in me già destaLa mia fatalità!)

Rodrigo(Misere mie pupille!Che più a mirar vi resta?Oh gelosia funesta!Oh ria fatalità!)(scovrendosi, e dirigendosi ad Uberto)Parla... chi sei?

Elena(Rodrigo!)

Rodrigo

Chi sei?

Uberto(Egli! oh furor!)

Elena(DestinCrudel!)

RodrigoNon sembri Alpin!Sei tu del Clan?

UbertoNe aborro

L’infausto nome.RodrigoAmicoForse del Re?...

UbertoLo sono...

RodrigoChe ascolto?

ElenaAh incauto!

Uberto

E tale,Che te non teme, e quantiPerversi ha il Re nemici.

RodrigoPerversi?

ElenaOh Ciel! che dici!Deh! Frénati!... ah qual martir!

UbertoPria mi vedrai morir...Non so che sia viltà.

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Elena(Mi sento... oh Dio! morire!Mancando il cor mi va!)

Rodrigo(Qual temerario ardir!Frenarsi e chi potrà?)Né ancor ti arrendi, audace?

UbertoOv’è il tuo stuol seguace,Che i suoi doveri obblia?Alla presenza miaImpallidir saprà.

RodrigoDa’ vostri aguati uscite,Figli di guerra!

(Al suo grido vedesi tutta la scena ingombrain un istante di guerrieri del Clan, che eranonascosti ne’ folti cespugli del bosco.)

GuerrieriA’ tuoiCenni siam pronti.

RodrigoOstentaCoraggio, or più, se il puoi...

ElenaChe miro! oh Dio!

RodrigoPaventaDi quegli acciari al lampo...Per te non v’è più scampo...(a’ guerrieri, che nello slanciarsi si fermanoalle grida di Elena)Punite un traditor.

ElenaFermate!

UbertoE tu guerriero?

ElenaDeh! cedete a’ pianti miei...

UbertoNo... di vil gregge seiMalvagio conduttor!

RodrigoCessate! io basto solo…Domar vo’ tant’orgoglio...

UbertoUn ferro... un’arme io voglio...

(Rodrigo gli dà la spada di un guerriero.)

ElenaPace in voi discenda…

Uberto e RodrigoAll’armi!No... più non so frenarmi!Mi guida il mio furor!

ElenaIo son la misera,Che morte attendo!...Su me scagliatevi...Non mi difendo...Se i giorni mieiTroncar vi piace,Di orror la faceSi spegnerà.

Uberto e Rodrigo

Vendetta! accendimiDi rabbia il seno!Nel petto ah versamiIl tuo veleno!(al rivale)Vieni al cimento...Io non ti temo...L’istante estremoTi giungerà.

GuerrieriAh! tanto ardireNe’ nostri pettiLo sdegno e l’ireDestando va!

(Rodrigo ed Uberto partono per un lato.Elena li segue co’ Guerrieri.)

Grotta.

[Recitativo]

SCENA III Albina, indi Malcom, poi Serano, infineCoro di Alpini.

AlbinaQuante sciagure in un sol giorno adunaL’avverso Ciel per tormentare un core!

Elena sventurata!Per quanti cari oggettiPalpitar ti vegg’io? Né splende in CieloRaggio di luce a dissipar quel velo,Che covre il tuo destin...

Malcom(frettoloso)Elena... ah dimmi…Dov’è?

AlbinaDi questo specoAll’ingresso non era?

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MalcomAh! no...

AlbinaDel padreServe al cenno così? Qui preservarlaCredea dall’ira ostil.

MalcomAh! ferve intantoTerribil pugna... han le Reali SchierePenetrato nel Clan… Rodrigo istessoCon ignoto campioneÈ a singolar certame… Un cor pietosoMi fé sperar, che qui trovata avreiElena mia… Salvarla… o in sua difesaPerir volea…

Albina

Mosse le piante al fiancoDel fedele Seran… e poi...(a Serano che giunge)Ma! vieni!Dimmi… e teco non riedeLa figlia di Duglas?

SeranoDel padre in tracciaUn suo cenno mi trasse… il vidi... oh Dio!,Smarrito in volto...“Ah vanne...Vanne”, disse, “alla figlia, e la difendi…Dille, che al Re m’invio… se la mia mortePuò placar l’ira sua, se in questa guisaPace alla patria mia donar mi è dato,

Dille, che il mio morir troppo è a me grato!”MalcomCome!

AlbinaE ad Elena tu?

SeranoTutto narrai…E già fuor di se stessaCorre alla reggia.

AlbinaOh sciagurata! oh pena!

MalcomAh tu il sentier mi addita,Che segnò l’infelice...

SeranoAl par del lampoDal guardo mio sparì.

MalcomStelle spietate!E a tante pene i giorni miei serbate?

[10.Aria]

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Ah si pera: ormai la morteFia sollievo a’ mali miei,Se s’invola a me colei

Che mi rese in vita ognor.Ah! mio tesoro! io ti perdei!Dolce speme del mio cor!

Guerrieri(di dentro)Duglas! Duglas! ti salva!

Albina e SeranoQuai voci!

MalcomE chi si avanza?

Guerrieri del Clan(fuora)

Duglas dov’è?

MalcomChe avvenne?

GuerrieriAh! più non v’è speranza...Cadde Rodrigo estinto...

Albina e SeranoAvverso Ciel!

GuerrieriHa vintoDi Scozia il Re...

MalcomChe sento!

GuerrieriNe insegue, e dà spaventoGià l’oste vincitrice...

MalcomChe tento! oh me infelice!Elena! amici! oh Dio!Fato crudele, e rio!Fia pago il tuo furor!Ah! chi provò del mioPiù barbaro dolor?

Albina, Serano e Guerrieri del ClanFato crudele e rio!Fia pago il tuo furor/rigor.

(Malcom parte co’ Guerrieri.)

Stanza nella reggia di Stirling.

[Recitativo]

SCENA IVGiacomo, Duglas da guerriero ma senzaelmo e spada, Guardie, infine Bertram.

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GiacomoE tanto osasti?

DuglasIo mi presento, o Sire,Volontario al tuo piè. Grazia non chieggoPe’ giorni miei.Di sanguinosa guerraArde la face, e la mia morteBasta a spegnerla appieno.Ah! sulla figlia,E su quanti, pietosi al mio destino,Mi difesero in campo,Scenda la tua clemenza!

GiacomoE quale oggettoSotto ignote diviseTe condusse al torneo, che celebravaLa mia vittoria? Audace! a che ostentarmiTanto valor, tutti atterrando i prodi,Che venner teco al paragon dell’armi,E in aperta tenzon?

DuglasSperai destartiDelle antiche mie gestaRimembranza così: Giacomo solo,Del precettor, che l’educò alla gloria,Riconoscer potea gli usati modiNel battagliar.

GiacomoMa a cancellar non bastaIl tuo fallo un tal passo.(alle guardie, che circondano Duglas)

Olà! serbateAl mio sdegno costui.

DuglasLo merto: attendoTranquillo i cenni tuoi. Figlia infelice!Sol mi è grave il morir, perché lasciartiDeggio misera, e sola!

GiacomoE ancor non parti?

(Duglas è condotto via.)

Quanto all’alma tu costi,Simulato rigor! Son ne’ miei lacciI più forti nemici...Ah! se Malcom...Se quel rival...

BertramSignor, parlarti bramaDonna, molle di pianto, e quella gemma,Che ornò tua destra, a me mostrando...

Giacomo(È dessa!)Venga, ed a lei si taccia,Ch’io sono il Re.Ti attendo alle mie stanze.Quanto vogl’io, saprai.

BertramVado…

(Parte.)

GiacomoQuale distanzaV’ha dal mio core al tuo, donna! vedrai.

(Entra.)

SCENA VBertram introduce Elena.

BertramAttendi: il Re fra pocoTi ascolterà.

(Entra nelle regie stanze.)

ElenaReggia, ove nacqui, oh quantoFremo in vederti! Alle sventure mieTu fosti culla! assai di te più caroMi era l’albergo umìl, dove or nel padre,Or nell’oggetto amatoPascea lo sguardo, e lor posava allato!Ma qui sola! ov’è il Re? chi al regio aspettoMi guiderà? Se il generoso amicoNon m’ingannò, del genitor la vita,Di Malcom,di RodrigoSpero salvar...

[11. Canzoncina sul palco]Che sento!Qual soave armonia! Che bel concento!

Giacomo(canta dalle sue stanze)Aurora! ah sorgeraiAvversa ognor per me?D’Elena i vaghi raiMostrarmi... oh Dio! perché?E poi rapirmi, o barbara!,Quel don ch’ebb’io da te?

[Recitativo]

ElenaStelle! sembra egli stesso! Ah! qual

[sorpresa!Né mi pose in obblio?Di me si duole? e che sperar poss’io?

SCENA VIComparisce Giacomo: Elena va frettolosa adincontrarlo.

ElenaEccolo! amica sorte

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Ti presenta a’ miei voti,O generoso cor!

GiacomoDa me che chiedi?

ElenaIl tuo don non rammenti? ah sì, tu stessoMi guida al Re.

GiacomoTu lo vedrai.

ElenaPerdonaAlla impazienza mia… di un breve istanteNon indugiar… sacro dover di figliaAl trono mi avvicina.

GiacomoEbben, tu il vuoi?E chi sa opporsi a’ desideri tuoi?

(Si appressa ad una gran porta in fondo,che aprendosi lascia vedere quantodi magnificenza possa comprendere la saladel Trono.)

[12. Coro]

SCENA ULTIMABertram, Grandi, e dame, che circondano il trono, indi gli attori che verranno enunciati.

Grandi e DameImponga il Re: siamServi del suo voler:Il Grande in lui vantiamo,Il padre, ed il guerrier.

[Recitativo]

ElenaAh! che vedo! qual fasto!Ma fra tanti ov’è il Re? [Proni, e devotiMiro tutti, ma invanoCerco chi sia fra questi il lor Sovrano.

GiacomoEppure è qui.

ElenaMa qual?... stelle! ogni sguardoÈ a te rivolto? il capo tuo coverto,La piuma che dagli altri ti distingue... ]Saresti mai?... Gran Dio!Deh avvera i dubbi miei...

Giacomo(indicando se stesso)Il Re chiedesti? e al fianco suo tu sei.

ElenaTu stesso? ah! qual sorpresa! a’ piedi tuoi...

GiacomoSorgi… l’amico io son… di mie promesseIl fido esecutor… parla… che brami?

ElenaAh! non l’ignori... il genitor...

GiacomoEbbene...Il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...

(Ad un suo cenno vien fuora Duglas.)

Vieni, Duglas... L’abbraccia... io ti perdono.

[Duglas

Ah figlia!

ElenaAh padre mio!

Elena e DuglasSignor... deh lascia...

GiacomoObblioTutto per te: tu, Lord Bothwel, riprendiGli stati tuoi…

DuglasTutto il mio sangue in segno

Di grato cor...GiacomoAppien contenta, il veggo,Elena ancor non è? Favella.

ElenaAh Sire!I giorni di Rodrigo…

GiacomoEgli! infelice!Ah! non è più!

ElenaChe ascolto! Oh sventurato!

DuglasOh amico sciagurato!

GiacomoAlla clemenzaDiedi abbastanza, e di giustizia or deggioDar rigoroso esempio… ] Venga Malcom…

ElenaAh Sire!

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GiacomoAlcun non osiChieder grazia per lui…

Elena(Come salvarlo?)

Malcom(viene tra le Guardie)(Elena! oh rio destin!)

GiacomoGiovine audace!A me ti appressa: un traditor degg’ioPunire in te...

MalcomAh Prence! il fallo mio...

GiacomoPietà non merta, e dell’error ben degnaAvrai tu pena.

(Depone la sua ostentata fierezza, lo alza, loabbraccia, e gli appende al collo la sua

 gemmata collana.)

Ah sorgi, e questo siaPegno del mio favor.Porgi la destra...

(Unisce le destre di Elena, e di Malcom.)

Siate felici, il Ciel vi arrida.

Elena e MalcomOh Cielo!

Bertram, Grandi e DameOh Re clemente!

GiacomoAltro a bramar ti resta?

ElenaIo... Sire... qual piacer!...qual gioia è questa!

[13. Rondò – Finale]

Tanti affetti in un momentoMi si fanno al core intorno,Che l’immenso mio contentoIo non posso a te spiegar.Deh! il silenzio sia loquace...Tutto dica un tronco accento...Ah Signor! la bella paceTu sapesti a me donar!

TuttiAh sì... torni in te la pace,Puoi contenta respirar.

ElenaFra il padre, e fra l’amanteOh qual beato istante!Ah! chi sperar poteaTanta felicità!

TuttiCessi di stella reaLa fiera avversità.

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