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La Trinité chrétienne dans l'histoire, « Théologie historique », 31 by B. De Margerie Review by: Vittorio Croce Aevum, Anno 54, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1980), pp. 164-168 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25822036 . Accessed: 14/06/2014 11:14 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.96 on Sat, 14 Jun 2014 11:14:44 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

La Trinité chrétienne dans l'histoire, « Théologie historique », 31by B. De Margerie

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La Trinité chrétienne dans l'histoire, « Théologie historique », 31 by B. De MargerieReview by: Vittorio CroceAevum, Anno 54, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1980), pp. 164-168Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25822036 .

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164 RECENSIONI

fermare, senza terna di esagerare o di essere smen

titi, che Popera del Grech una nuova perla ag giunta alla preziosa Collana b blica , di eui fa

parte. Per tutti questi suoi pregi, ci congratuliamo con Pautore, col suo collaboratore, e, infine, con Peditore che Pha pubblicata, augur ndole Pampia diffusione che essa merita, a tutto vantaggio degli studi neotestamentari, ma anche, e pi general

mente, degli studi biblici.

FERDINANDO LUCIANI

B. DE MARGERIE, La Trinit chr tienne dans Vhi

stoire, Th ologie historique , 31, Beauchesne, Paris 1975. Un volume di pp. 499.

Dobbiamo essere grati al p. De Margerie per aver affrontato un terna che, nonostante il rinnovato interesse di eui lui stesso prende atto (p. 12), appare

fra i pi trascurati nella teologia recente. Soprat tutto, la riflessione sulla Trinit rimane, per la

maggior parte dei credenti, qualcosa di superfluo, senza effettivo rilievo sulla fede e la spiritualit del cristiano.

De Margerie si pone, in questo suo lavoro, dal

punto di vista della storia , cio , come ha eura lui stesso di spiegare, d'une analyse de la manife station de la Trinit l'Eglise, au cours de son

histoire, et au monde, travers l'histoire de l'Egli se (p. 12). Di qui l'impianto del suo lavoro, diviso, secondo l'uso del primo periodo postmanualistico in eui esso ha visto la luce, in una parte storico

positiva e in una seconda sistem tica. L'autore

precisa subito che preferisce parlare di parte anal -

tica e parte sint tica. In effetti, dalla lettura del li bro risulta, come si vedr anche meglio in seguito, che l'inventario storico, il quale occupa significa tivamente pi dei due terzi del volume, indulge ad un esplicito tentativo di sistematizzazione

(cap. V) in eui cio il procedimento non segue pi lo schema della successione temporale, ma piutto sto quello della analisi concettuale. D'altia parte, la vision syst matique della seconda parte dan do per compiuta questa prima sistemazione l gica, non fa che soffermarsi su alcuni aspetti non ancora accennati (cap. VII: Les fausses syst matisations trinitaires , cap. IX: Pr sence agissante du Dieu P re, du Fils et de leur Esprit dans le monde des hommes ) oppure che stanno particolarmente a cuore all'autore, ma ancora in una prospettiva sto

rica, nel senso almeno che, alPinterno dei singoli punti, si ha un'esposizione anal tica di idee in suc cessione temporale.

De Margerie cerca di giustificare previamente questo m todo affermando che l'exploration et l'inventaire du donn r v l supposent d j qu'on en a une certaine intelligence dans la foi e che, per conseguenza, la th ologie syst matique et

sp culative, ou, comme nous pr f rons dire, syn th tique, est d j P me de la th ologie analytique ou positive (p. 13).

Al che non si pu , per la massima parte, che

sottoscrivere; restando per qualcosa di pi del

sospetto che in questo modo Fautore intenda aval lare come rigorosamente concepito un m todo pra ticamente ibrido. In realt si tratta, a nostro par re, dello sforzo, generoso ma incompiuto, di passare, senza modificare Fimpianto di fondo (e soprattutto la struttura mentale), dalFimpostazione neosco lastica del manuale, basata sui regresso dalia tesi alla sua dimostrazione, al m todo storico

genetico ufficializzato dal Vaticano II ( Optatam totius , 16). La Trinit chr tienne dans Vhistoire

appare dunque come un'opera di transizione dal

punto di vista metodol gico, ben datata nella sua situazione storica, con una datazione conte

nutisticamente molto anteriore a quella della edizione a stampa (infatti si tratta di un corso tenuto nel 1968).

Con tutto ci non si vuole confinare il lavoro di De Margerie tra quelli da tenere in biblioteca solo

per la nostalgia del huon tempo passato. Prima di tutto perch la fase del trapasso dalia teologia

manualistica a quella pi rigorosamente basata sulla storia e sulFermeneutica tut t'ai tr o che com

piuta, e proprio in questa maturazione che rimane

spesso in votis ha essenziale bisogno di lavori come

quello in esame, in eui macrosc picamente visi bile rinsufficienza ma anche lo sforzo compiuto in vista di un tale superamento.

Abbiamo anticipate questa valutazione globale, perch il lettore non si aspetti da questo libro cose che non ha. Ma veniamo subito ad illustrarne Fim

postazione contenutistica che potr dar conto,

speriamo, della ricchezza che vi si pu trovare. L'autore di solida e onesta formazione scolastica,

anticipa nella Introduzione quai Fidea direttiice della sua analisi e sintesi trinitaria: Vimmagine, non adeguata e ancor meno esaustiva, ma totale del mis tero trinitario nel mondo creato Vuomo

personale e "familiale*9 in seno al mistero della Chiesa . Il v rtice del libro, quasi la probatio della tesi di fondo, dunque al cap. VIII, dove la

questione delle immagini della Trinit discus sa compiutamente in dialogo con i teologi antichi e quelli mod rai. Appare di qui il forte int resse

spirituale delFautore che si pr occupa di ricu cire insieme la speculazione concettuale sulla Tri nit e la contemplazione spirituale su di essa.

Questo tipo di interesse ancor pi chiaramente sottolineato dalla scelta di approfondire

- all'in terno, o forse meglio come corollario probante, della tesi di fondo - la dot tr ina sullo Spirito santo.

Il ne serait donc pas faux de dire que notre tra vail se pr sente comme une pneumatologie, tr s

incompl te d'ailleurs (p. 14). Tale scelta evi dente in tutto il corso del volume, soprattutto nei

capitoli dedicati alla teologia biblica (I), al primo fondamentale sviluppo dottrinale del simbolo di fede (II), agli sviluppi dottrinali fuori dalla Chiesa cattolica (V), alla dottrina trinitaria del Concilio Vaticano II (VI), alle analogie rivelate della Tri nit divina (VIII).

La scelta di approfondire la pneumatologia, sviluppata poi praticamente sulla scia di S. Ago

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RECENSION! 165

atino (par. IV del cap. VIII, L'Esprit du P re et du Fils, lien personnel d'amour entre Eux ), risponde anche ad un vivo int resse ecum nico:

Si l'Esprit est lui-m me la communion consub stantielle et co ternelle du P re et du Fils, suivant une formulation d'inspiration augustinienne, n'est ce pas en scrutant, gr ce Lui et en Lui, ses pro pres profondeurs que nous parviendrons plus faci lement tablir la parfaite communion hi rarchi

que entre toutes les Eglises soeurs et avec celle

qui est la fois leur m re et leur soeur? (p. 15) Anche questo intento ecum nico non resta nei voti, ma messo puntualmente in atto dall'auto re non so lo nel confronto approfondito con la dottrina trini taria deirOriente, ma anche con la rivalutazione del la riflessione pneumatologica di Lutero e un cenno, non privo di simpatia, al movimento pentecostal moderno.

In verit dal titolo del libro Trinit chr tienne ci si sarebbe aspettati anche un confronto con altri

tipi di trinit , ma al di l di un cenno fugace a queste possibilit di dialogo (pp. 25-26) con reli

gioni e movimenti non cristiani e di un riferimento

pol mico alio spiritismo brasiliano (pp. 344-356), non esiste nel libro se non l'auspicio.

Del resto, anche i problemi posti dalla psica nalisi e dal marxismo sono appena doverosamente accennati (pp. 135-146) a proposito dell'inter

pretazione del dogma di Nicea, mai per appro fonditi nella loro complessit .

Dove invece il confronto serrato e continuo, con certaines vues actuelles et unilat rales sur la Trinit conomique (p. 15). Si tratta anzitutto di Gullmann e dei suoi discepoli con eui instaura a pi riprese un confronto esplicito (cfr. pp. 37-38,

70-71,124-125), ma pi in generale sembra trattarsi, secondo l'autore, di una tendenza diffusa nella teo

log a contempor nea, anche cattolica, per combat iere la quale non risparmia la sua fatica soprattutto nel settore dell'esegesi b blica, dove questo errore trova i suoi argomenti pi speciosi.

De Margerie vi dedica Tintero par. V del I capitolo (pp. 72-81) dove raccoglie in sintesi Tinsegnamento del Nuovo Testamento per concluderne che aux

yeux des auteurs du N. T., le groupe divin qui se manifeste comme r dempteur ne cesse, pour autant, d' tre un groupe et un groupe divin. Le salut qu'il offre l'homme et aux hommes consiste pr cis -

ment dans le d voilement de son intimit (p. 79). Il cap. I sulla teolog a b blica, non particolar

mente sviluppato; certo anche perch gli studi bi blici mod rai non tematizzano che raramente Tar

gomento-Trinit . D'altra parte, De Margerie non usa un m todo di teologia b blica nel senso oggi pi comunemente inteso, bensi sottopone il dato scrit turistico ad uno schema di lettura dettato da preoc

cupazioni tipicamente dogmatiche , preferendo di conseguenza discutere singoli passi e afferma zioni generali in compagnia dei Padri antichi, di S. Tomaso e dei dogmatici mod rai piuttosto che con i biblisti di professione.

Ne risulta cosi, piuttosto che un tentativo di sin

tesi, una scelta di passi biblici e spiegazioni teolo

giche orientata al precipuo interesse che guida l'autore in tutta la prima parte del libro: dimostrare che le affermazioni funzionali sui Logos e sullo

Spirito suppongono e si fondano sempre su analo

gue affermazioni circa la loro so stanza divina. naturale allora che ci si soffermi prevalentemente

sui Vangelo di Giovanni e su alcune parti delle let tere di Paolo (segnatamente i prologhi di Ef e

Col): significativo a questo proposito che la rifles sione sui messaggio trinitario del libro degli Atti sia stata aggiunta, a mo' di appendice e in funzione

pol mica, per dimostrare la falsit della tesi che so stiene essere il dogma trinitario una creazione di Giovanni!

Particolare attenzione viene infine dedicata al la questione del culto alle tre Persone Divine, con la preoccupazione di far notare che nel Nuovo Testamento il Figlio gi esplicitamente associato al Padre nella dossologia, nell'azione di grazie e

nell'invocazione, mentre, per quanto riguarda lo

Spirito, c' un impl cito ma chiaro awio sulla stra da che porter al simul adoratur et congloiifi catur del Costantinopolitano I.

Il cap. II, dedicato a far emerger dallo sviluppo storico l'affermazione chiara dell'uguaglianza e della consostanzialit del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, si snoda su binari ormai consolidati: l'evo luzione del s mbolo di fede, lo gnosticismo e Ireneo,

modalismo e subordinazionismo, Tertulliano Crea tore del linguaggio trinitario, Ario e Nicea, infine la questione pneumatomaca seguita da un bingo sviluppo sulla dottrina pneumatologica di S. Ago stino che, come gi abbiamo notato, costituisce la base di una delle tesi pi care a De Margerie. Le novit , dentro questo classicissimo schema, sono

costituite, oltre che dall'ampio sviluppo sulla dot trina dello Spirito Santo, dalia messa in luce di un

importante testo preniceno che documenta la chia rezza e l'equilibrio eui era giunta la teologia trini taria romana grazie a Tertulliano, cio la dichia razione di papa Dionigi del 262, e dalia prolungata discussione della tesi di parte marxista e psicana litica sull'evoluzione del dogma trinitario e sulla definizione nicena, sottoposta all'accusa di dogma smo acritico.

NeH'insieme, accanto a sviluppi anche notevol mente ampi e accurati ed alla preoccupazione di far risaltare l'int resse attuale delle discussioni anti ene si nota, tutto sommato, un certo frammentari

smo, dovuto - crediamo - pi che altro alla ri

cerca della maggior chiarezza possibile a livello di insegnamento scolare.

Una tale preoccupazione di chiarezza domina in modo ancor pi evidente nel III e IV capitolo, in eui la schematizzazione neoscolastica consacrata nei manuali comanda tutta l'impostazione, quasi solo occasionalisticamente collegata alle tappe stori che segnate dai concili: Costantinopolitano II e Lateranense IV, Lione e Firenze. Il taglio di lettura non quello orizzontale dello storico preoecupato di stabilire la verit del tempo ma quello verti cale orientato a cogliere in tutto l'orizzonte dei

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166 RECENSIONI

secoli di riflessione sui messaggio ciistiano la ve rit di una data affermazione .

Il cap. III svolge la soluzione dei tre problemi emergenti dalia definizione nicena: unit numeiica o specifica della natura divina, nascita ed evoluzio ne del concetto di persona, le propriet personali dei Tre e la loro distinzione per relationes .

Il cap. IV si sofferma a lungo sui terna delle rela zioni d'origine e delle processioni in Dio co struendo una sintesi che va ben al di l dei concili e delle discussioni storiche eui fa riferimento: dopo aver delineato le teologie del Padre, del Figlio e dello Spirito, riprendendo ab imis , cio dal Nuovo Testamento, tutta la questione (no te vole

per 1'ampiezza di sviluppo e 1'acutezza delle osser vazioni il par grafo sui Filioque , che finisce

pero per esaurire in tale controversia la teologia dello Spirito del Figlio), si impegna a chiarire il

significato teol gico e pastorale della dottrina della circuminsessio o mutua inabitazione o ine

sistenza dei Tre, il rapporto tra creazione e Tri nit e la dottrina delle cosiddette appropriazioni. Sulla base di questa specie di rifondazione critica della teologia trinitaria neoscolastica, l'autore

pu ora passare a prendere atto e a dare il suo giu dizio dei nuovi problemi po s ti dagli sviluppi re cen ti, dentro e fuori della chiesa cattolica. Cosi passa a trattare, nel cap. V, della teologia di Lutero sullo Spirito come mediatore della presenza reale di Cristo nella fede, del movimento pentecostale protestante e cattolico, che pone in maniera acuta il problema del rapporto tra Spirito Santo e Chiesa e del significato permanente del carisma della glos solalia, infine del problema del linguaggio trini

tario, come si pone oggi soprattutto in relazione alie riflessioni linguistiche e teologiche di Barth e di Rahner, per concludere con un cenno sulla formulazione trinitaria della base ideol gica del consiglio mondiale delle chiese.

Si tratta quindi, come possibile intravvedere da questo semplice elenco di argomenti, come l'au tore sia preoccupato pi di non dimenticare nes suno tra i principali problemi e suggestioni emer

genti nell'oggi, per amore di completezza, che non di elaborare una sintesi org nica della riflessione moderna sui problema teol gico della Trinit divina. De Margerie non tralascia invece di giudi care puntualmente ogni teor a riportata sulla base

principalmente del pensiero tomista.

Questo stesso amore di completezza, che si eser cita soprattutto a proposito del magistero ufn

ciale, porta l'autore a delineare nel cap. VI una buo na sintesi (quasi unica per ora nel suo genere) della dottrina trinitaria del Concilio Vaticano II e anche ad analizzare un documento per lo pi del tutto ignorato, la professione di fede di Paolo VI del 29 giugno 1968. Nell'insegnamento pasto rale del Vaticano II il discorso sulla Trinit non direttamente tematizzato, ma emerge come fondamento e sfondo deli'ecclesiologia: cosi, se

l'ecclesiologia trinitaria, la pneumatologia a sua volta ecclesiologica. Ancora una volta il lavoro di De Margerie si qualifica principalmente come pneu

matologia comunionale : lo Spirito la comunio ne ipostatizzata tra Padre e Figlio e percio operato re di quella comunione che nella chiesa si realizza ad

immagine della vita intradivina. La dottrina trinita ria di Paolo VI, fatta emerger soprattutto dalia sua

professione di fede, letta in contrapposizione pole mica alla scelta minimale del Catechismo (M n

dese, i eui autori rifiutano di fare un discorso a

parte sulla Tiinit ritenendo sufficiente il parlare diretto su quello che operano e quello che sono il

Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ma, della pro fessione di fede di Paolo VI, l'autore coglie soprat tutto un'espressione che giudica costituire un au tentico progresso dottrinale, l dove il papa iden tifica la beatitudine della vita intima di Dio con i rapporti reciproci che costituiscono le tre persone divine. Questi rapporti reciproci ed eterni sono l'eterna generazione del Figlio dal Padre e la pro cessione a partir dal Padre e dal Figlio, come il loro eterno amore, dello Spirito Santo (p. 326).

De Margerie considera un dogma non definito

l'espressione: Noi crediamo nello Spirito Santo, persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno amore , che non farebbe se non confermare un'affermazione del magistero or dinario e universale. Percio la professione di fede di Paolo VI costituisce per il nostro autore il ver tice della teologia trinitaria e insieme il punto di

partenza per un nuovo fecondo cammino. In questa prospettiva si pone la seconda parte

del libro, Vision syst matique, la quale in realt , come gi abbiamo osservato, conserva lo stile ana l tico da quaestio disputata che caratterizza tutto il lavoro di De Margerie. Semplicemente si

applica questo m todo prima agli avversari della tesi e poi al nocciolo centrale della stessa, costituito dal terna delle analogie o immagini del

mistero trinitario, e a due scholia riguardanti il

significato teol gico delle missioni e il terna del

rapporto tra Eucarist a e Trinit . Gli errori trinitari, lasciando ovviamente da

parte quelli antichi gi ben individuati e confutati, sono segnalati da De Margerie nella tendenza pan teista di alcuni filoni della mistica m di vale che fanno capo a Eckart e Ruysbroeck, nella spiega zione evoluzionista di Hegel e in quella della ri duzione antropol gica operata da Feuerbach, nel pante smo dello spiritismo e nelle tendenze triteiste e razionalistiche di Guenther.

A questo punto, per un preciso richiamo storico, emerge il discorso di l gica teol gica formulato contro il razionalismo dal Concilio Vaticano I:

applicato al terna della Trinit divina esso viene a sottolineare quello che vale per ogni mysterium stricte dictum , che cio , se da una parte dimo strabile la sua non assurdit , dal Taltra rimane in dimostrabile in se stesso. Con un collegamento piuttosto artificioso, l'autore trova modo di pas sare a toccare e confutare, sulla base della so luzione offerta da S. Tomaso alla teologia ambigua di Mario Vittorino l'obiezione moderna che attri buisce alla Trinit una specie di movimento in antitesi al classico attributo dell'immutabilit .

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RECENSIONI 167

Sinceramente, ci pare che la questione sia moho

pi complessa di quanto non dica in queste poche pagine il De Margerie. Se un tale problema merita di essere affront ato, non pu essere cassato cosi r pidamente per puro scrupolo di completezza formale. Questo intero cap. VII, del resto, poteva pi utilmente a nostro avviso entrare a far parte, opportunamente scomposto, della sezione stoiica. In realt , tolta la nota riferita alla m stica medie

vale, poteva benissimo prendere il titolo dai pro blemi emersi nel corso del sec. XIX.

Lo sforzo maggiore e pi ricco di frutti e di

promesse rappresentato senza dubbio dal cap. VIII dedicato allo studio delle analogie create della Trinit divina. Qui l'autore, che possiamo presu mere ottimo predicatore di esercizi spirituali, si trova perfettamente a suo agio. Vengono succinta mente pres ntate e ampiamente discusse le clas siche analogie della famiglia, della Chiesa e del 1'anima umana, di tutte ricordando che si tratta di immagini imperfette, complementan e rivelate.

Quanto all'intersoggettivit e all'amicizia vis sute nella famiglia, la prima impostazione org nica risale a Gregorio di Nazianzo; criticata da S. Ago stino e poco in simpatia a S. Tomaso, questa pri

ma analog a rivelata della Trinit doveva atten dere i tempi mod rai per trovare un notevole

geniale approfondimento da parte di H. Muehlen, che l'ha fatta finalmente uscire dalle secche della

disputa impostata da Agostino (Padre, Figlio e

Spirito sono analogati con la terna padre-fi glio-donna o con quella padre-madre-figlio?). Partendo dall'analisi ling istica e fenomenologica del noi coniugale e dall'analisi b blica dell' Io Tu - Noi in bocca a Ges , Muehlen ha elabo rato la famosa teor a in eui lo Spirito da leggere come il Noi di Padre e Figlio all'interao della Trinit e, come tale, all'origine del Noi della Chiesa. Ma, pur non nascondendo la sua simpatia e ammirazione per Ia genialit di questa sintesi, De Margerie non tace neppure le perplessit che essa suscita; soprattutto pero indica nello svilup po di questa analog a, nel suo doppio aspetto di

paternit -filiazione e di rapporto coniugale, uno dei compiti affidati alla teologia moderna, parti c larmente sensibile a questo tipo di immagine, a differenza della teologia patr stica e m di vale. Per conto suo, De Margerie inizia questo lavoro

impostando criticamente la questione nei suoi termini formali.

La seconda analog a della Trinit , che l'autore chiama intersoggettivit ecclesiale , ancora

pi sprowista di sviluppi significativi nel corso

della storia della teologia. De Margerie si limita allora a raccogliere tutte le possibili suggestioni che gli stato possibile rintracciare, culminanti nel magnifico testo del Vaticano II: Huius (= uni tatis Ecclesiae) mysterii supremum exemplar et

principium est in Trinitate Personarum unitas unius Dei Patris et Filii in Spiritu Sancto ( Uni tatis redintegratio , n. 2). Per il resto lo studio di questa analogia, o meglio icona , della

Trinit , viene lasciato alla ricerca soprattutto da

condursi sugli scritti patristici, su questo punto moko ricchi di promesse.

Si tratta infatti dell'analogia pi esplicita mente contenuta della rivelazione, mentre quella deH'anima umana o delFintrasoggettivit perso nale, tanto valorizzata nella teologia e nella spi ritualit da Agostino in poi, si pu ritenere soltanto

implicitamente rivelata. L'analisi di questa im

magine iniziata da Agostino e proseguita da To maso d'Aquino e B. Lonergan, tenta di rispondere alla domanda: perch delle procession! e quelle processioni in Dio? Il brillante sviluppo della ri fiessione agostiniana va riportato alla sua origi naria articolazione e variet , essendo stato troppo spesso ridotto ad una scorza rinsecchita. m rito del nostro autore di aver fatto una sint tica e onesta ricostruzione del pensiero agostiniano, ancor oggi ricco di suggestioni insospettate, addi rittura tentandone una formula riassuntiva per r ndeme la din mica interna: Memini mei, in

telligo me, diligo me quatenus memini Tui, intel

ligo Te, arno Te; quamobrem meminerim Tui, intelligam Te, diligam Te . Si tratta come ri conosce l'autore di un pastiche non privo pero di efficacia rappresentativa.

Dopo aver esposto le precisazioni tomiste sulla din mica della conoscenza e dell'amore come via anal gica per la conoscenza del Dio trino, il di scorso sfocia nelPaudace recente tentativo di B.

Lonergan che si rif sistem ticamente al quadro del Vangelo di Giovanni. Il contesto per la com

prensione del mistero trinitario di Dio quello del dialogo, basato sull'ascoko e sulla accettazione. Si tratta dunque, secondo Lonergan, di una

analogia pi intersoggettiva che intrasoggettiva, psico-sociale come viene comunemente chia

mata. Tout ce que nous avons dit sur les diff ren

tes analogies du myst re trinitaire converge donc vers la constatation d'une analogie totale, la fois familiale et eccl siale, mais psychologique en sa totalit , et totalment psychologique, en ce sens qu'elle embrasse non seulement l'intimit de l'esprit individuel, mais encore sa manifesta tion sociale (pp. 418-419): questo, secondo De

Margerie il terreno su eui dovrebbe realizzarsi

l'approfondimento attuale e futuro della teologia trinitaria.

L'autore tenta un passo nella direzione della

pneumatologia, rispondendo, alla domanda se lo

Spirito proceda daU'amore che il Padre e il Figlio hanno in comune per la loro essenza divina o dal loro amore reciproco, che d' tre l'amour mutuel du P re et du Fils est m me la propri t de

l'Esprit (p. 421). Proprio questa soluzione per metterebbe di capire perch lo Spirito Santo la terza ed ultima persona della Trinit e non ci

possono essere altre persone in Dio. Uultimo capitolo di questo poderoso lavoro

costituisce come la ripresa teorizzante del terna neo testament ar io, da eui si era partiti, del sigmfi cato salvifico delle missioni visibili del Verbo e

dello Spirito, dunque di quella che altri chiamano

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168 RECENSIONI

l'economia del mistero trinitario. Tali missioni si dispiegano storicamente nella missione della

Chiesa, manifestandosi massimamente nella cele brazione delPEucaristia: In essa i fedeli imiti col vescovo hanno accesso a Dio Padre per mezzo del Figlio, Verbo incarnato, ucciso e glorificato, nell'effusione dello Spirito Santo, ed entra o in comunione con la santissima Trinit , fatti "par tecipi della natura divina" (2 Pt 1,4) ( Uni tatis redintegratio , 15).

Ma l'Eucaristia, oltrech accoglimento della

salvezza, culto a Dio; e in ci la Messa presenta, secondo De Margerie, una duplice struttura tri

nitaria, una dossologia subordinatrice, preariana e verbalmente prevalente, ma anche una dosso

logia coordinatrice, postariana, preoccupata della

glor a uguale del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La sintesi tra le due offerta dalia formula conclusiva delle orazioni, che r as sume pure la din mica trinitaria di tutta la vita cristiana:

per il nostro Signore Ges Cristo, tuo Figlio che Dio e vive e r gna con Te nell'unit dello

Spirito Santo, Dio, per tutti i secoli dei secoli .

Prima della conclusione di questa lettura, che si pretende critica e valutativa gi nel suo grad ale

svolgersi, alcune osservazioni di dettaglio. Si nota una certa disparit di criterio nella distribuzione tra note e testo (si veda aile pp. 51, 68-69, poi ancora 102-104). Non si capisce che cosa c'entri la nota 47 a p. 109. Ci sono molti errori nella trascrizione dei testi in latino (esempio clamoroso a p. 166!).

Una valutazione conclusiva? La d De Mar

gerie stesso quando riconosce di aver fatto un

ouvrage d'introduction (p. 367). Opera d'intro

duzione, aggiungiamo noi, in un senso particolare, consistente non tanto nel reimpostare la teo

logia trinitaria alla luce di altre premesse filoso

fico-culturali, perch esse sono iuori discussione

per l'autore fondato e formato nella miglioie tradizione scolastica e patr stica, ma piuttosto nel compilare un accuratissimo status questionis della teologia trinitaria nel suo sviluppo fino ad

oggi, non trascurando nessun risvolto e nessun

problema. Si direbbe un prontuario, indispensa bile per chi oggi voglia affrontare questo terna che si pone nel cuore della fede e della vita cristiana.

VITTORIO CROCE

M. BELLINCIONI, Educazione alla sapientia in

Seneca, Paideia, Brescia 1978. Un volume di

pp. 172.

Quando si rivisita Seneca e se ne esplora il pen siero, sempre capita di imbattersi in felici sorpre se: specie quando si tende a dare pi adeguata si stemazione a problemi d'int ress primario, o trop po a bingo rimasti in ombra o solo parzialmente indagati, a causa anche della nota frammentariet della teoresi senecana.

1 caso del problema della educazione che la Bellincioni esamina con molta ricchezza di ri ferimenti testuali e con originalit di chiaro ri

pensamento: da far supporre una sorta di ideale e compiuto trattato di pedagog a, che Seneca avrebbe potuto elaborare in coeiente prospettiva stoica, per riproposta col calore del suo personale temp er am ent o.

E risaputo, d'altra parte, che la speculazione filos fica di Seneca tutta in funzione della morale e che la valenza etica elemento portante della sua indagine sulla condizione delFuomo, cosi com' fattore base d'ogni progetto educativo. An che sotto questo rispetto si awerte Fimportanza del saggio della Bellincioni: la quale ben riusci ta a ridurre in ordinata sintesi espositivail magi stero del cordovano e a evidenziarne il senso pro fondo di proposta globale e le cogent i sollecita zioni a livello di prassi di vita.

Siccome il compito educativo si impone a par tire dalla constatazione della presenza del male nella concreta trama delFesistenza, la Bellincioni

prende a considerare anzitutto la posizione di Se neca di fronte ai problemi del male e del bene e della liberta di scelta, per cogliere del filosofo le

risposte pi personali, tanto pi se si tiene conto delFineliminabile detenninismo che pres ede alla

interpretazione stoica della natura .

Seneca sente il problema del male come ango sciosamente drammatico, data la prolifica e con

tagiosa forza delFerrore, sia in dimensione so ciale sia in continuit storica indefinita : dram

matico, e tuttavia non tale da far disperare della naturale dispos zione delFuomo al bene. Il male non si origina dal dissidio tra la mente

(il razionale) e il corpo (Firrazionale), bens! dal tm b amento che nella mente, distolta dal suo fine, si ingenera; dal pervertimento (diastroph ) pro vocato dalla seduzione delle cose : sicch bi

sogna capovolgere le scelte suggerite dalFutile. Gli uomini, d'altra parte, non sono esposti al ri schio assurdo di scelte illusorie: in loro germinano, sparsivi dalia natura, i semi del bene. Su que sti pro etta la sua luce il lume razionale (la per

fecta ratio: che valore oggettivo) il quale fa Fuo mo capace di realizzare la propria vocazione di

essere che aspira alla immortalit (assoluta affermazione dello spirito) e all'assimilazione alla divinit (alla aeterno ratio, che la dimensione eterna delFaspirazione umana al meglio ).

Seneca a dispetto del suo pur inquieto pessi mismo ha fede nella innata vocazione delFuomo al bene. Ma, poich solo la totalit del bene

salvezza, ci comporta rifiuto di ogni compromes so nella accezione del bene e radicalit di scelta che porta Fuomo a grandezza nelFambito della vita morale. Il bene che gli dei per natura pos siedono , Fuomo deve volerlo esprimendo la pro pria maturit morale. E se il bene voluto rifonda e consacra uno stato di innocentia, meglio Fin nocenza eui Fuomo perviene peccando, ma deci dendo di attuare la sapientia, che Finnocenza di chi ignora il male e che precede la coscienza.

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