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Le battaglie per il futuro di Internet Paolo Costa Università di Pavia Comunicazione Innovazione Multimedialità Anno Accademico 2012-2013

Le battaglie per il futuro di Internet 14

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Identità conformi (corso di Comunicazione Digitale e Multimediale, Università di Pavia, a.a. 2012-2013)

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Page 1: Le battaglie per il futuro di Internet 14

Le battaglie per il futuro di Internet

Paolo Costa

Università di Pavia Comunicazione

Innovazione Multimedialità

Anno Accademico 2012-2013

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IDENTITÀ CONFORMI 14a lezione

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Dubbio identitario: da risorsa a minaccia

In origine la cultura libertaria elettronica considerò con interesse le possibilità di elaborazione identitaria offerte dalla tecnologia

Il gioco delle identità fu visto come un esercizio di approfondimento del sé, una strada verso la migliore conoscenza delle proprie prerogative

Le crociate per la sicurezza post 11 settembre e la logica del Web 2.0 hanno messo drasticamente in discussione questo approccio

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La questione irrisolta del corpo

Fra le culture radicali della Rete si confrontano due visioni a proposito del ruolo giocato dal corpo nella definizione delle nostre identità

I movimenti cyborg e transumanista immaginano un progressivo superamento del dato corporeo, in favore di una matrice post-biologica

Il pensiero femminista e transgender, viceversa, presume che il corpo resti il nucleo fondante della nostra identità anche nell’esperienza virtuale

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La transizione verso il virtuale e la condizione postumana coincidono con la “liberazione” della mente dal corpo.

(Hans Moravec)

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Nessun corpo virtuale riconfiguarato, per quanto bello sia, ritarderà la morte di un cyberpunk con l’AIDS: Anche nell’epoca del soggetto tecnosociale, la vita è vissuta dai corpi. Dimenticare il corpo è un vecchio trucco cartesiano.

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» (Allucquère Rosanne Stone)

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La questione dell’«io autentico» nell’epoca dei social network

Se è vero che la differenza tra il reale e il virtuale va riducendosi, e che l’ambito offline e quello online vanno mescolandosi, ciò significa forse che su Internet non possiamo più far finta di impersonare qualcun altro?

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» Geert Lovink, Ossessioni collettive. Critica dei social media, UBE, Milano, 2012

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Compuserve e il caso di AlexAndJoan (1982-1983)

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Il vagabondaggio ontologico di Hakim Bey (Peter L. Wilson)

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Le personalità multiple di Allucquère Rosanne Stone

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Sherry Turkle e la terapia della personalità multipla

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La spinta al «networked individualism» di Barry Wellman

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Avere due identità è un esempio della mancanza di integrità. [...] È positivo che le persone reali abbiano sconfitto quelle finte.

Marc Zuckerberg

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Il modo di esporsi al mondo si standardizza

I siti di social network offrono una gamma di scelte limitata e amichevole per esporre i propri dati personali e professionali al mondo

Il ricorso a identità fittizie è escluso non tanto per motivi di sicurezza, quanto perché non funzionale agli obiettivi di business degli operatori

Il bisogno di auto-promozione è sfruttato a addomesticato dai social media, che favoriscono un appiattimento delle prospettive identitarie

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L’immagine di sé come autoinganno

Anche se si tratta di un’immagine in gran parte fittizia, siamo spinti a presentarci come i migliori, i più veloci e i più efficienti

Si rafforza così la tendenza all’autoinganno, fondato sulla repressione o l’allontanamento delle riflessioni spiacevoli o negative

«Perfino su Facebook, tra gli ‘amici’, recitiamo come a teatro, impersonando noi stessi» (Geert Lovink)