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La rete permette di : entrare in relazione, co-creare, ascoltare, raccogliere feedback, vendere o rispondere ai bisogni collettivi. In rete ci sono le persone. 4P tradizionali: prodotto, prezzo, promozione (comuniczzione) e posto (distribuzione). Nuovi elementi sono la P di persone e la P di Planet per la sostenibilità ambientale. Le 4P sono state sostituite dalle 4C: cliente, costo, comunicazione e convenienza. Si sposta l’attenzione dall’azienda al cliente. Oggi la semplicità delle piattaforme, unite alla disponibilità di modalità freemium, porta nel quotidiano a saltare la fase di definizi9ne strategica e passare direttamente all’esecuzione. Il Modern Marketing Manifesto è composto da 12 punti e detta le linee guida per un marketing efficace: - Strategia; - Commerciale. Il marketing moderno è connesso alle vendite; - Esperienza. Migliorare esperienza del cliente; - Integrazione. Trovare punti di contatto online e offline; - Brand. Trasparenza del brand; - Dati; - Personalizzazione; - Tecnologia, - Creatività; - Contenuti; - Social; - Figura del nuovo Marketing Manager. Aperto al cambiamento. La strategia del Digital Marketing è un percorso di: analisi, definizione della strategia e del piano operativo, esecuzione, misurazione, miglioramento continuo. 1) Analisi: degli asset attuali dell’azienda; della reputazione in rete di azienda e prodotti, dello scenario competitivo, di come si muovono in rete clienti e potenziali tali, dell’evoluzione dello scenario. 1

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La rete permette di : entrare in relazione, co-creare, ascoltare, raccogliere feedback, vendere o rispondere ai bisogni collettivi. In rete ci sono le persone.

4P tradizionali: prodotto, prezzo, promozione (comuniczzione) e posto (distribuzione). Nuovi elementi sono la P di persone e la P di Planet per la sostenibilità ambientale.

Le 4P sono state sostituite dalle 4C: cliente, costo, comunicazione e convenienza. Si sposta l’attenzione dall’azienda al cliente.

Oggi la semplicità delle piattaforme, unite alla disponibilità di modalità freemium, porta nel quotidiano a saltare la fase di definizi9ne strategica e passare direttamente all’esecuzione.

Il Modern Marketing Manifesto è composto da 12 punti e detta le linee guida per un marketing efficace:

- Strategia;- Commerciale. Il marketing moderno è connesso alle vendite;- Esperienza. Migliorare esperienza del cliente;- Integrazione. Trovare punti di contatto online e offline;- Brand. Trasparenza del brand;- Dati;- Personalizzazione;- Tecnologia,- Creatività;- Contenuti;- Social;- Figura del nuovo Marketing Manager. Aperto al cambiamento.

La strategia del Digital Marketing è un percorso di: analisi, definizione della strategia e del piano operativo, esecuzione, misurazione, miglioramento continuo.

1) Analisi: degli asset attuali dell’azienda; della reputazione in rete di azienda e prodotti, dello scenario competitivo, di come si muovono in rete clienti e potenziali tali, dell’evoluzione dello scenario.

2) Definizione della strategia e del piano operativo: un documento che stende su un asse temporale le attività indicando strumenti di Digital Marketing e azioni di ognuno, chi fa cosa, con che obiettivi e come misurarli, budget a disposizione per ogni attività.

3) Esecuzione: si passa all’azione con davanti il documento che contiene le strategie e il panino operativo. Le variabili per il successo sono il grado di commitment di chi ha la guida delle attività e le capacità professionali.

4) Misurazione: cosa nel piano di Digital Marketing funziona, cosa si può migliorare e cosa non funziona.

5) Miglioramento continuo: basandosi sulla misurazione, replicare le iniziative di successo e non ripetere quelle poco efficaci e costose.

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Metodo delle 5W (Why, Who, Where, When, What) + How

- Perché: gli obiettivi che la strategia vuole raggiungere, cosa vuole ottenere l’azienda. Gli obiettivi devono essere realistici, misurabili e considerare gli orizzonti di lungo, medio e breve termine.

- Chi: le persone. A chi sono rivolti i nostri prodotti? Si passa dal ragionare per target a ragionare per persone, o meglio Personas, ovvero prototipi dei nostri clienti.

- Dove: lo scenario, ovvero ciò che succede intorno all’azienda, e i mercati, cioè il dove geografico, inteso come mercati geografici e linguistici.

- Quando: lasse temporale. Oggi siamo always on, sempre connessi, così come i nostri clienti. Nel piano di Digital Marketing si deve prevedere un asse temporale di lungo termine (12 o più mesi) e uno di breve (quello della settimana).

- Cosa: i contenuti. I contenuti sono il succo di ogni strategia di Digital Marketing. Oggi grazie al digitale, i destinatari originali sono i produttori di contenuti.

- Come: La strategia e gli strumenti.

L’incrocio di obiettivi, persone, scenari, mercati, tempi, contenuti, strumenti e iniziative offline porta alla strategia e alla definizione del piano operativo.

Esistono due soluzioni per definire chi assicura l’esecuzione del piano:

- Interno. Chi è interno all’azienda ha una migliore conoscenza della stessa. Può essere più rapido ma è un costo non sostenibile solitamente. Inoltre si aggirerebbe tutta la responsabilità a un singolo.

- Esterno. L'outsourcing è la soluzione più diffusa. Si divide nella scelta di un’agenzia o di un freelance in base alle preferenze dell’azienda.

- Esistono soluzioni miste.

L’esecuzione del piano di marketing deve essere un processo:

- Graduale. Meglio partire con una buona andatura che tutto in una volta rischiando poi di non gestirlo;

- Semplice. Riuscire a creare una strategia e un piano ambiziosi in poche semplici linee guida;- Flessibile. È fondamentale saper trovare all’occorrenza soluzioni alternative.

Marketing dell’interruzione: mentre siamo impegnati a fare ciò che ci interessa, di solito fruire di un contenuto mediale, le aziende ci si piazzano davanti “sbracciando”, distraendoci. Con l’avvento di social media ciascun individuo connesso alla rete è in grado di produrre contenuti che possono essere veicolati a livello globale, ottenendo quindi la stessa visibilità che prima era possibile ottenere solo disponendo dei media di massa. Nel marketing dell’interruzione le aziende hanno il privilegio di interrompere a piacimento i potenziali clienti. Con una buona strategia e buoni contenuti, anche una piccola azienda Può ottenre risultati importanti. I contenuti restano il fattore di successo per qualsiasi attività di marketing o comunicazione sui social.

Content Marketing: insieme delle attività finalizzate alla creazione, cura e distribuzione di contenuti interessanti per i potenziali pubblici, attraverso cui attrarre e acquisire un’audience ben definita e stimolare comportamenti in grado di generare valore per l’azienda. Se l’azienda sa offrire contenuti di

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valore agli utenti, questi la ricompenseranno con i propri acquisti, fedeltà al brand e passaparola. La produzione di contenuti di valore va ad ottimizzare il posizionamento SEO (posizioni di rilevamento sui motori di ricerca). Si dovrà partire quindi dagli interessi delle persone.

Ogni azienda deve diventare editrice di se stessa.

Si deve pensare ai destinatari della nostra attività editoriale come dei pubblici di riferimento.

Per avere una possibilità di successo, dovremo produrre contenuti che soddisfino uno o più bisogno del nostro pubblico: informazione, educazione, intrattenimento, servizio, partecipazione attiva e protagonismo.

Per generarecontenuti di valore la creatività non basta.

Comunicazione interna, organizzazione e relazioni di potere sono tre aspetti intrinsecamente connessi di uno stesso processo.

Le agenzie che creano e curano i contenuti hanno le competenze ma non sono padrone dei contenuti. Le aziende sono padrone del sapere necessario per produrre i contenuti. Serve quindi una collaborazione nella quale le aziende supervisionano il lavoro dell’agenzia con strumenti di analytics, per conoscere gli effettivi risultati di ogni azione compiuta dall’agenzia.

Il Sales Funnel rappresenta il processo di acquisto. Fasi per stimolarlo:

- Aumentare la notorietà del brand (brand awareness). L’obiettivo è portare le persone sui nsotri spazi digitali e fargli trovare contenuti interessanti per farli ritornare successivamente;

- Raccogliere dati di contatto di potenziali clienti (lead generation). Qualsiasi operazione di marketing che permetta di generare una lista di possibili clienti interessati ai nostri prodotti o servizi (es: newsletter);

- Stimolare l’acquisto (customer conversion). Chiudere il processo stimolando attivamente i compoetamenti di acquisto. Interviene l’addetto alla vendita;

- Offrire servizi post-vendita (customer service). I contenuti dedicati alla cura del cliente sono ciò che può maggiormente rinforzare e valorizzare la sua esperienza di acquisto e la fedeltà;

- Fidelizzazione e upsell. Personalizzazione dei contenuti. L' upsellig è una strategia che indirizza il cliente ad un prodotto diverso da quello di partenza;

- Creare clienti entusiasti e renderli promotori del brand (advocacy ed evangelism). Un cliente fan diventa un alleato attraverso il passaparola nei social media e nella relazioni interpersonali.

Il processo di realizzazione di una strategia basata sui contenuti si articola in 4 fasi: ideazione, produzione, disseminazione e verifica dei risultati. Per capire come ideare i contenuti serve ascoltare cosa i nastri pubblici dicono di noi. Per trasformare i target in pubblici, l'azienda può utilizzare:

- Fonti di ascolto interne: sistema informativo del marketing, rete vendita, centralino, call center, email di richiesta info, post o commenti degli utenti;

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- Fonti di ascolto esterne: buzz presente nel web sociale che riguarda direttamente prodotti e servizi, da qui si raccolgono opinioni, bisogni, desideri, difficoltà… si utilizzano anche le query, cioè i termini che i nostri pubblici utilizzano per cercarci nei motori di ricerca. Utile anche monitorare i competiror. Infine con attività di ricerca di mercato, come questionari e surveys.

Modello Personas

Ogni Personas è costruita per rappresentare una determinata tipologia di consumatori. Utilizzare questo modello significa costruire profili concreti e dettagliati di ciascun segmento di pubblico di interesse per l’azienda. Si usano informazioni come foto, tratti socio-demografici, professione, obiettivi, valori/timori, hobby e passioni, uso dei media e fonti informative. La Personas resta una figura artificiale, non esiste nella realtà. Più le informazioni sono corrette più il modello sarà efficace per le operazioni di marketing.

Cluster Analysis: nata nei ’70 con il nome “stili di vita", consiste in una serie di interviste di alcune ore su un campione molto vasto che rappresenta la popolazione. Lo scopo è far sì che si creino dei cluster (aggregazioni) di persone quanto più simili tra loro. Mostra alcuni limiti, poiché i target non sono gruppi umani ma aggregati statistici.

Produzione dei contenuti

Tutto ciò che indirizzano ai nostri pubblici deve essere professionale. Lo stile comunicativo rappresenta ulteriore fattore di qualità. Nei contenuti dovrebbe sempre riconoscersi lo stile dell’azienda. Le scelte linguistiche vengono influenzate dalle Personas. Ciascuna casa editrice trova il goduto mix delle funzioni dei propri contenuti (es: educative-formative con tutorial, informative con news, ludico-ricreative con storie, interazione con contest). Per scegliere il giusto mix si deve tenere conto di chi siamo, di cosa vogliamo parlare, delle Personas a cui ci stiamo rivolgendo.

Una stessa unità di contenuto (meme) deve essere sfruttata al massimo, diversa per ogni media.

Si devono utilizzare anche contenuti già disponibili in rete, assicurandosi dell’affidabilità delle fonti e citandole in modo corretto.

Disseminare i contenuti

È necessaria un’attenta programmazione delle attività ottenuta grazie a:

- Calendario editoriale. Indica fasce orarie giornaliere dove si possono indicare i momenti della giornata in cui pubblicare un certo contenuto allintenro del canale. Ogni cella del calendario contiene almeno il nome del contenuto, il tipo, il canale e la Personas. Dovrebbe prevedere una pianificazione trimestrale;

- Protocollo dei processi produttivi. Documento che contiene chi fa, cosa fa, entro quando, a chi consegna l'output.

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Sono nati software specifici per la gestione dei processi di produzione e distribuzione dei contenuti editoriali delle aziende. Le più avanzate piattaforme sono in grado di gestire le attività connesse a ciascuna fase del processo.

Le piattaforme di Proactive Engagement danno la possibilità di mettere in atto azioni proattive di coinvolgimento e supporto agli utenti. Possono portare a creare chat e click to call molto utili e possono far apparire banner e video per ogni singolo utente.

Disseminazione e verifica dei risultati

Dal momento che un contenuto viene pubblicato, rimane il problema di emergere nella massa. Si può agire su SEO, SEM, digital people relation e Syndication. Spesso decisivo è il supporto di attività pay per la diffusione di contenuti (es; AdWords, Social ads, sponsorizzazioni). Hanno un ruolo chiave gli influencer (leader d'opinione). I contenuti che produciamo devono incuriosire gli influencer, portandoli a condividerli sui propri spazi digitali.

Il potere seduttivo delle storie

Una storia è la sequenza degli eventi per come si sono realmente svolti, il racconto è il modo in cui una storia viene narrata. Quando vi viene narrata una storia buona, veniamo risucchiati all’interno di questa (trans narrativa). La storia è anche il tipo di contenuto più facile da memorizzare.

Il Web 2.0 ha favorito cambiamenti radicali nelle forme e nei processi di generazione delle narrazioni di consumo, come:

- Mono-autoriali -> multi-autoriali. Gli utenti sono diventati coautori nelle narrazioni aziendali ( le storie dello utenti sono ritenute più veritiere);

- Verticalità -> orizzontalità. Le posizioni di potere sono affiancate da media che consentono interazione orizzontale;

- Narrazioni chiuse -> narrazioni aperte;- Testualità -> frammento; Linearità -> non linearità;- Mono-mediali -> trans-mediali.

Si divide tra:

- Storie proprie dell’azienda: l’azienda e i suoi sviluppi, i fondatori, persone che la compongono, prodotti, pubblici, spot pubblicitari, advertising.

- Storie improprie dell’azienda: insieme della macronarrazione fatta dall’azienda con annunci e contenuti pubblicitari nei canali, conversazioni con gli utenti nei punti di contatto, etc..

Una buona storia non lascia indifferenti e stimola qualche forma di emozione. Inotlr rimane buona per sempre. Solitamente ogni storia di consumo è composta dai seguenti elementi:

- Attore/eroe. Autoriconoscimento attraverso il prodotto/servizio;- Azione/impresa. Promessa che il prodotto/servizio fa al consumatore;- Sfida. Sfidare il pubblico nel suo tallone d'Achille;

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- Mentore. Il brand, che può aiutare l’eroe;- Avversario. Antagonisti che ostacolano l'eroe;- Conflitto/trauma;- Scopo/tesori. La promessa che fa il prodotto/servizio;- Oggetti magici. Il prodotto/servizio;- Aiutanti. L'azienda. - Nozze finali. La visione della promessa compiuta.

Alcuni temi centrali delle storie di consumo:

- Cura. Le storie di consumo promettono di aiutarci con i loro prodotti;- Esplorazione. Es: auto in cotnesti selvaggi;- Amore. Associato a numerosi prodotti (es: gioielli);- Gioco. Acquisti per ottenere divertimento o ricordi d’infanzia;- Tallone d’Achille. Detto anche fatal flaw. Difetto a cui cercare cura;- Morte.

Vari generi di trama:

- Epica. Eroe affronta avventura e vince;- Tragedia. Protagonisti persone comuni che vengono sconfitti;- Melodramma. Deboli diventano eroici ed eroi diventano deboli;- Commedia. Protagonisti persone comuni che affrontano fatti della vita in modo leggero e ludico

che crea situazioni divertenti;- Saga romantica. Momenti di sofferenza e felicità si alternano fino al lieto fine (es: Just Do It di

Nike).

Misurare il ROI delle attività sui Social Media

Il ROI indica una formula per il calcolo della profittabilità del capitale investito (guadagno lordo – costo Investimento : costo Investimento).

Gli errori più comuni nella misurazione sono: avere un’ottica a breve periodo, farsi guidare da metriche imposte dai social, misurare a posteriori senza avere un periodo di riferimento, non considerare gli obiettivi di business.

Zero Moment of Truth: nuovi momenti di contatto tra consumatore e impresa, resi possibili dell’espansione della rete e la diffusione dei social, che riescono ad influenzare opinione di acquisto (es: mamma che mentre aspetta figlio fuori da scuola cerca uno spray nasale su internet). È fondamentale per le aziende essere consapevoli di quello che gli utenti dicono online sui brand, prodotti e servizi. L’attività di ascolto prende il nome di social media monitoring. Questa attività ha diversi obiettivi e, in base allo scopo, coinvolgerà determinati dipartimenti aziendali, gli owner.

Reputazione aziendale: l’azienda perde sempre più il controllo delle informazioni che circolano sui propri brand, prodotti e servizi. Diventa necessario monitorare in maniera costante la rete, cercando di intercettare eventuali negatività e attivare azioni di risposta. Per questo risultano estremamente utili gli strumenti di monitoraggio in real time, per poter mettere a punto attività di real time marketing.

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Gli utenti in rete possono esprimersi in modo spontaneo, rivelando aspetti di loro stessi che l’azienda no l’aveva considerato. Le aziende possono quindi ricavare i cosiddetti insight dal monitoraggio della rete.

Il marketing può servirsi dell’ascolto delle rete anche come supporto alle attività di vita marketing e buzz marketing:

- Prima della campagna. Per individuare i luoghi della rete i cui specifi i temi sono discussi e i contenuti possono diventare virali;

- Durante la campagna. Per seguire la diffusione dei contenuti ed eventualmente reindirizzarla;- Dopo la campagna. Per misurare i risultati in termini quantitativi e qualitativi.

Social Crm e social caring: le aziende spostano online almeno una parte del proprio servizio clienti, aprendo canali Twitter e pagine Fb dedicate. È importante che la risposta avvenga velocemente.

Il processo di ascolto

Il monitoraggio dei social media può essere diviso in tre fasi:

1) Listen. Fase dedicata all’acquisizione dei dati dalle piattaforme di user-generated content. Le tecnologie più comuni sono gli RSS e le Api dei social. Le fonti che non dispongono di queste richiedono la creazione di Spider (agenti software in grado di catturare i contenuti e archiviarli);

2) Classify. Classificazione e comprensione dei dati raccolti. Richeide identificazione del dominio di ricerca, individuare i driver dell’analisi, definire le keyword adatte (es: “LV", “Louis Vuitton”, “louisvuitton”…). Questo ultimo step può essere complicato per brand ambigui come Star, Tre o Dove. L Unica soluzione è adottare un’analisi semantica, che riconosce i concetti di cui un testo è composto e le relazioni tra questi;

3) Analyse. Fase finale in cui i dati vengono sottoposti all’analisi, ponendosi una serie di domande: analisi interna o esterna? Quando eseguire analisi? Analisi quantitative o qualitative? Come influiscono le campagne in corso e i media? Approccio top-down o bottom-up? Analisi dei sentiment manuale o automatica?

Strumenti gratuiti e strumenti a pagamento

Gli strumenti di social media monitoring si possono dividere in strumenti:

- Gratuiti. Disponibili in rete, utili più per piccole imprese: motori di ricerca; strumenti di alerting (consentono di impostare chiavi di ricerca e inviano i risultati a un indirizzo email a frequenza predefinita come quotidianamente, settimanalmente o appena il motore segnala la presenza di un messaggio rilevante. Uno dei più forniti è Google Alert; Dashboard di monitoring (Social Mention, Mention; Topsy, Twazzup.

- Strumenti a pagamento.

Rilevanza del passaparola

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Non tutti i messaggi presenti sui social hanno la stessa rilevanza. La rilevanza è considerata da 4 prospettive:

- Centralità del soggetto nel messaggio. Si mira a comprendere se il soggetto è il riferimento diretto dell’opinione stessa (es: al mattino faccio colazione con le Gocciole, mi piacciono un sacco! Il brand è il soggetto centrale);

- Rilevanza tematica della fonte. Grado di affinità della fonte rispetto al settore in analisi;- Engagement. Coinvolgimento generato dal messaggio (es: like o condivisioni su Fb);- Visibilità- audience complessiva del post o della fonte, dato quasi mai disponibile, quindi ci si

affida a indicatori come Google Page Rank o al numero di follower se si parlo di Twitter, like su FB, etc…

La Social Network Analysis si occupa di analizzare le relazioni sociali tra entità. Si è sviluppata nei ’70 e si basa sulla “network theory”, secondo la quale esistono entità individuali all’interno della rete, collegate attraverso legami, ovvero tipi di relazione che collegano gli attori in gioco. Viene effettuata una mappatura delle relazioni esistenti tra i diversi nodi della rete per analizzare due dinamiche: dinamica di contatto e dinamica conversazionale. Una volta analizzati, i dati di partenza possono essere visualizzati tramite grafici (es: con Gephi).

La Social Analytics

È l’attività di misurazione delle performance dei profili aziendali sui social network. Un’analisi quantitativa delle interazioni che un profilo è in grado di generare tra gli utenti. Permette di catturare segnali come like e condivisioni. Si fa uso di strumenti che sono in grado di analizzare la concorrenza, valutare le performance dei profili sociali nel tempo, identificare gli utenti più attivi e influencer, identificare i contenuti più coinvolgenti del settore, avere un’unica piattaforma per la valutazione delle performance di più profili.

Facebook Analytics

Permette di avere accesso a diversi dati (portata, utenti coinvolti, persone che ne parlano, etc..) per valutare l’efficacia delle proprie attività nel tempo (92 giorni) e per avere informazioni demografiche e geografiche della propria fan base.

Metriche di riferimento per valutare la propria strategia su Facebook

- Like or fan. Indica il bacino di potenziali lettori dei contenuti pubblicati sulla pagina;- Total Engagement. Quantità di tutte le interazioni che le attività sulla pagina sono riuscite a

produrre. Somma dei like, commenti, condivisioni e post spontanei dei lettori;- Page Engagement. Rapporto tra Total Engagement e fan. Numero medio di interazioni prodotte

da un fan;- Total Reach (portata). Numero di persone uniche che hanno visto i contenuti della pagina.

Tutti questi contenuti devono considerare la variabile temporale dei 92 giorni, altrimenti esistono tool a pagamento. Confrontare più pagine permette di avere una Engagement Map.

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Per valutare l’efficacia delle attività di Social Caring si devono tenere in considerazione:

- Response time. Quanto tempo una pagina impiega a rispondere ai post degli utenti in bacheca;- Response rate. Percentuale di post dei fan a cui il brand ha risposto;- Fan post adressed. Stima di quanta attività viene richiesta per la gestione della pagina;- Fan post per day / per hour. Giorni e ore in cui I fan mediamente pubblicano di più.

Twitter Dashboard

Permette di avere una vista approfondita dell’attività del proprio profilo. Un grafico mostra l’andamento nel tempo di numero di tweet, impression, visite al profilo, mention e andamento dei follower. È possibile entrare nel dettaglio di ogni tweet.

Metriche di riferimento per valutare attività su Twitter

- Follower. Bacino dei potenziali lettori;- Mention. Citazioni ricevute;- Unique Authors o Reach. Quante persone singole hanno citato l’account in un certo intervallo;- Profile Impression. Esposizione raggiunta dal profilo, cioè il numero di volte che i tweet possono

essere visti. Numero di tweet x numero follower;- Total Impression. Esposizione ottenuta anche grazie alle menzioni dell’account;- Engagement per tweet. Rapporto tra engagement e numero di tweet.

Instagram Analytics

Instagram è un social nativo per il mobile che permette la rapida condivisione di contenuti foto e video.

Alcune delle metriche da tenere in considerazione sono:

- Numero di post;- Totale follower e follower guadagnati nel periodo;- Engagement. Somma di like e commenti ad un post;- Autori unici che hanno interagito con il profilo;- Filtro più utilizzato per le foto.

Youtube: dashboard di analytics per monitorare performance del canale.

Google+: numero di +1, commenti, condivisioni.

Pinterest: dashboard analytics che permette di analizzare i pin, i repin e i reach.

Social TV

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Insieme di azioni e interazioni generate sui social network il cui tema è la programmazione televisiva. Mostra la sua forza soprattutto quando i programmi vengono commentati in tempo reale (es: San Remo) su social o apposite app. Bisogna distinguere i second screen, ovvero app che permettono agli utenti di interagire con un contenuto che sta fruendo tramite un altro mezzo (o un altro schermo) come un programma tv. Molti show televisivi si stanno dotando della propria app, ma la maggioranza delle interazioni avviene sui social network. Nei reality, talent e talk show prevale il commento in diretta, mentre nelle serie tv e film si commenta una volta finita la visione.

Gli spot sui social network

La condivisione di uno spot sui social network ha successo quando questo è bello, divertente, commovente… virale. I pubblicitari sfruttano e incoraggiano il fenomeno delle condivisioni creando loro stessi hashtag (es: Nutella).

Importante è avere un social media team pronto a commentare in real time qualsiasi evento.

I brand possono pensare a forme di sponsorizzazione come il replay o contenuti aggiuntivi, oppure eventi a cui è prevista la partecipazione di influencer.

Grazie alla Social Tv nasce il fenomeno della Gamification, ovvero promuovere contenuti aggiuntivi allo show in forma ludica.

Diversi tipi di media

- Owned Media. Sono i canali che il brand possiede e sui quali ha diretto controllo (sito, blog, pagine, etc..);

- Paid Media. I media acquistati, come le pubblicità pay-per-click o sui social network;- Earned Media. I clienti affezionati o altre figure che promuovono il brand tramite il passaparola,

le condivisioni, i commenti, etc.. (influencer, blogger, utenti);- Shared Media. Commenti ai post su gruppi o pagine social e condivisioni.

Se gli utenti ci danno fiducia (like, condivisioni, opinioni..), altri utenti saranno più spinti a credere in noi.

Blog aziendale

La content strategy da sviluppare per il blog deve considerare quali contenuti creare, quali parole chiave inserire, con che frequenza pubblicare, a chi indirizzare i contenuti, come diffonderli e stimolare la condivisione.

Newsletter

Strumento necessario per distribuire i contenuti editoriali pubblicati nel blog.

Gli obiettivi della newsletter sono due:

- Far conoscere la novità;

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- Promuovere i prodotti del mese in promozione evitando che sembri “Pubblicità”.

Adwords

Esistono diversi marcatori da poter utilizzare per un’efficace campagna AdWords:

- Corrispondenza generica. impianti antincendio = nessun marcatore. La chiave esprime un concetto esteso;

- Corrispondenza generica modificata. +impianti+antincendio, marcatore +. Impone alla query di contenere tutte le parole contrassegnate con “;

- Corrispondenza a frase. “impianti antincendio”, marcatore “ “. Impone alla query di contenere le parole in quell’esatto ordine;

- Corrispondenza esatta. [impianti antincendio], marcatore [ ], fa si che la query sia identica alla chiave (può contenere anche plurali o errori di scrittura).

L’annuncio deve rispondere ad alcune regole di sintassi ( 25 caratteri, spazi inclusi, per il titolo; 35 per ogni riga; non abusare della punteggiatura; non usare scritte in MAIUSCOLO).

Per limitare i costi è consigliata una geolocalizzazione dell’annuncio.

Tipi di campagne:

1) Estesa non geolocalizzata. Nella scelta delle parole chiave inseriamo inizialmente termini con corrispondenze generiche e generiche modificate. Per stabilire quale testo susciterà interesse, è importante inserire più annunci valutando poi i risultati di ognuno. L’indice di misurazione è il CTR ( click through rate ) che identifica la % di clic su 100 ricerche. Più è alto, più le parole chiave che attivano l’annuncio aumentano il loro punteggio di qualità. Maggiore è il punteggio, più alta sarà la posizione nei risultati di ricerca e minore il costo per click. Bisogna anche considerare il numero di conversioni che questi annunci portano. In quest’ottica, va considerato anche l’orario di conversione;

2) Estesa, geolocalizzata. Nasce dall’esigenza di condurre traffico verso i punti vendita. Ideale sarebbe utilizzare parole chiave a corrispondenza esatta, facendo si che sia il device a geolocalizzare la ricerca. AdWords mostrerà sia l’annuncio che l’indirizzo.

Business B2B

Le tradizionali tecniche di marketing B2B (telefonate a freddo, invii di mail commerciali, etc..) non si adattano bene al nuovo contesto dominato dai digital e social media.

Il processo di Social lead generation:

- Ci si assicura che l’utente conosca il brand tramite canali digitali e non;- Utili i social media per creare passaparola;- Raggiunto l’utente è necessario coinvolgerlo con contenuti veicolati;- Azione di conversione (nel B2B è tramite form di richiesta, download, iscrizioni a webinar…)

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- Una volta che il visitatore si è qualificato e ci ha dato il permesso di contattarlo, inizia la coltivazione del prospect con l’invio di contenuti personalizzati, fino a quando l’acquirente è maturo per passare in gestione alla forza vendita.

Coupon

Promozioni in-store o online. Possono essere attivati tramite codice a barre da portare in negozio o codice promozionale nel carrello e-commerce.

I principali vantaggi dei coupon con codice a barre sono: generare traffico in negozio, aiutare a mantenere la relazione, promuovere il passaparola, aumentare la fedeltà del cliente. I negozi, tramite il lettore ottico, possono monitorare quanti hanno sfruttato i coupon.

In-store i clienti potenziali possono addirittura leggere i QR code posti sui prodotti esposti, inserendoli nella lista dei desideri e acquistarli successivamente nell’e-commerce.

Social commerce= I social media assolvono tutte le funzioni del funnel di vendita: creazione di visibilità per il brand, generazione di interesse, fase di considerazione, acquisto, passaparola. Il concetto di funnel viene meno.

Leve del Marketing Persuasivo:

- Social Proof (validazione sociale). Tendiamo a ricercare approvazione e giudizio positivo della community alla quale apparteniamo. Si deve quindi favorire il passaparola;

- Authority (autorevolezza). Tendiamo a seguire i consigli delle persone di cui conosciamo la competenza e autorevolezza, come blogger, esperti o un testimonial;

- Reciprocità. Tendiamo a ricambiare un favore ricevuto. Chi riceve un regalo, è solito a voler ricambiare;

- Linking. Vogliamo piacere ed essere amati dalle persone che amiamo e che ci piacciono. Tendiamo quindi a imitare le azioni di amici e persone che stimiamo e che seguiamo;

- Coerenza. Tendiamo a confermare con le nostre azioni i nostri comportamenti passati. Se un potenziale cliente acquista, è più facile che ricompri;

- Scarsità. Un bene difficile da trovare acquista maggior valore.

Retargeting o Remarketing

Tipologia di pubblicità online che permette al brand di apparire di nuovo davanti agli occhi di chi ha mostrato interesse verso i prodotti dello stesso visitando il sito o interagendo con i social. Permette di apparire ad ogni stadio del funnel del cliente.

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