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Storia di una moneta Author(s): DIEGO SPINELLI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 5, No. 10 (Ottobre 1950), pp. 241-242 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40761589 . Accessed: 15/06/2014 01:16 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.49 on Sun, 15 Jun 2014 01:16:20 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Storia di una moneta

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Storia di una monetaAuthor(s): DIEGO SPINELLISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 5, No. 10 (Ottobre 1950), pp. 241-242Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40761589 .

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Storia dì una moneta L'ordinamento monetario della Somalia, illustrato dal Presidente della Cassa, è un interessante capitolo di storia politica ed econo-

mica della moneta.

di DIEGO SPINELLI

L'introduzione del somalo può dirsi che rappresenti la tappa finale delle complesse vicende monetarie della So- malia in questa prima metà di secolo, vicende che hanno visto quel Territorio passare da uno stato di completo di- sordine monetario alla emissione di una propria moneta, sorta in funzione dell'economia somala e quindi destinata a servire unicamente gli interessi di questa economia.

Prima dell'occupazione italiana, infatti, la situazione mo- netaria rispecchiava le condizioni economiche assai misere e diverse da luogo a luogo del Territorio; nell'interno le transazioni erano effettuate in talleri Maria Teresa e, pre- valentemente, col baratto, mentre sulla costa circolavano le rupie indiane e le «bese» (sottomultipli del tallero) di Mo- scate, Mombasa e Zanzibar, cioè le monete dei mercati con i quali più frequenti erano i contatti.

Dopo l'invio di monete italiane di bronzo e l'istituzione di una € besa » italiana, legata a cambio fìsso con il tallero, nel 1910 fu istituita la rupia italiana (moneta d'argento), rag- guagliata a cambio fisso con la sterlina e con la lira, to- gliendo al tallero valore legale e lasciandolo circolare solo come mercé. La crisi derivante dalla prima guerra mon- diale mise in evidenza, favorendo le speculazioni, gli svan- taggi di un ragguaglio a due monete non legate tra loro da un rapporto fisso, mentre l'aumento di valore dell'argento sul mercato mondiale provocava tesoreggiamento, demone- tizzazione ed esportazione di contrabbando di rupie.

Tale situazione fu progressivamente sistemata, dal 1919 al 1925, con un complesso di provvedimenti (sospensione del- l'emissione di vaglia internazionali, del rapporto fisso lira- rupia, ecc.) che culminarono nell'autorizzazione alla Banca d'Italia ad emettere buoni-cassa in rupie italiane, aventi corso legale e potere liberatorio, interamente garantiti da una cor- rispondente copertura in rupie d'argento. Il successo di que- st'ultimo provvedimento fu tale da provocare un periodo nel quale la carta fece aggio sull'argento, sicché, sistemata la circolazione monetaria interna, con il giugno 1925 si proce- dette all'assimilazione del sistema monetario somalo a quello italiano e all'introduzione in Somalia della lira, istituendo speciali monete d'argento da cinque e da dieci lire.

Il nuovo sistema monetario si affermò in breve tempo e non si manifestò neppure la necessità di emettere le speciali monete d'argento. I biglietti della Banca d'Italia e di Stato incontrarono, infatti, il pieno gradimento degli indigeni, per cui può dirsi che allo scoppio della seconda guerra mon- diale il sistema monetario italiano si era pienamente affer- mato anche in Somalia.

A seguito dell'occupazione britannica, dopo un breve periodo nel quale hanno liberamente circolato varie monete del Commonwealth britannico, tra cui la sterlina inglese e quella egiziana, la rupia indiana ecc, le autorità di occu- pazione provvidero alla introduzione ufficiale in tutti i ter- ritori dell'ex-Africa Orientale Italiana dello scellino East Africa, e cioè della moneta in circolazione nei territori vici- niori del Kenia, Uganda, Tanganica e Madagascar. La lira italiana, benché rimasta moneta a corso legale, praticamente cessò di circolare da quando non fu più accettata per i paga- menti alle autorità e agli uffici pubblici.

Con l'assunzione da parte dell'Italia dell'Amministrazione fiduciaria si presentava pertanto - essendo ovviamente da escludere, né potendoci essere consentito dalla stessa potenza interessata, di prorogare la circolazione dello scellino E.A. - la necessità di assicurare a quel territorio un ordinamento monetario rispondente sia alle esigenze economiche del me-

desimo, sia al preciso impegno di condurre la Somalia al- l'autogoverno e all'indipendenza entro un periodo predeter- minato in dieci anni.

In linea astratta, come è noto, per la scelta del nuovo sistema monetario da introdurre in Somalia si ponevano tre ipotesi: a) l'assimilazione, e cioè l'estensione alla. Somalia, dell'ordinamento italiano; ò) l'autonomia; e) il sistema mi- sto, che avrebbe creato una moneta distinta da quella italiana ma di fatto congiunta da speciali accorgimenti tecnici.

La soluzione di estendere alla Somalia il regime mo- netario italiano è stata scartata appunto per il ricordato impegno di realizzare sin dall'inizio le condizioni neces- sarie per condurre la Somalia alla piena indipendenza eco- nomica, oltre che politica, senza tener quindi conto della considerazione che ne sarebbe potuto conseguire un allen- tamento della disciplina valutaria in essere nel territorio della Repubblica Italiana attraverso i movimenti con il ter- ritorio in Amministrazione. Va altresì ricordato che l'assi- milazione monetaria avrebbe portato alla sostituzione di una moneta stabile a parità fissa, qual'è lo scellino E.A., con una moneta di capacità d'acquisto molto minore di quella sostituita e con una circolazione del tutto cartacea, là dove le tradizioni e le condizioni locali consigliano una circolazione in parte metallica.

Poiché lo stesso motivo principale che ostava all'intro- duzione della lira italiana era valido anche contro la scelta del sistema così detto misto, unica soluzione possibile re- stava quella di creare una moneta autonoma. Tale decisione riveste, oltre tutto, un importante significato politico, lad- dove si osservi che essa attribuisce alla Somalia, molto pri- ma che essa acquisti l'indipendenza effettiva ed assurga a dignità di Nazione sovrana, una caratteristica fondamentale della sovranità.

Del resto, esaminando i regimi monetari esistenti nei principali imperi coloniali, si deve oggi constatare, sul piano generale, un rovesciamento dell'indirizzo anteriore, nel senso che, in luogo di una politica sempre più estesa di assimilazione monetaria, si riscontra una spinta sempre più forte alla differenziazione delle monete coloniali ri- spetto a quelle metropolitane. Mentre sembra difficile sul momento, per non dire impossibile, intendere quanta parte abbiano su tale orientamento i fattori contingenti e quanta parte, invece, possa attribuirsi al progredire dei" territori coloniali o ad un mutato rapporto di forze, giova sottoli- neare come tale esigenza fosse stata sentita" dallo stesso governo italiano nel 1938, quando dispose l'emissione di una speciale serie di biglietti della Banca d'Italia aventi corso legale solo nell'A.O.L; i quali, in definitiva, avreb- bero costituito, se messi in circolazione, una moneta di fatto autonoma da quella metropolitana.

Tali considerazioni permettono di meglio inquadrare Fattuale sistema monetario della Somalia nella realtà po- litica ed economica nella quale esso viene ad inserirsi, .illu- strando i motivi storici, economici e politici per i quali, dopo lunghi ed approfonditi studi iniziatisi presso gli organi com- petenti sin dal luglio 1948, il governo italiano ha scelto quel sistema, le cui caratteristiche appaiono chiaramente nel- l'ordinanza n. 14 in data 16 maggio 1950 dell'Ammini- stratore Fiduciario relativa all'istituzione, per il territorio della Somalia, di una moneta denominata « somalo ».

La nuova moneta, che nella denominazione riprende la tipica tradizione italiana che nel fiorino, nel veneziano, nel bolognino e in altre monete ricorda il nome della città o

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del territorio in cui esse circolavano, ha avuto voluta- mente la parità aurea di grammi 0,124414 di oro fino, cor- rispondente a quella dello scellino E.A. tenuto conto della recente svalutazione della sterlina. La decisione è stata presa a buona ragione, al fine di evitare disturbi del mer- cato, modificazioni dei conteggi e una variazione generale di tutto il sistema dei prezzi; grazie ad essa il prezzo di ogni prodotto e di ogni servizio rimane immutato: ciò che si modifica è unicamente l'unità di misura, la moneta,

II somalo è suddiviso in centesimi e, accanto ad una circolazione cartacea di biglietti da 1, 5, 10, 20 e 100 so- mali, ha una circolazione metallica di monete d'argento da 1 somalo e da 50 centesimi, di finezza 250/1000, e di mo- nete di bronzo da 1, 5 e 10 centesimi. Con queste ultime, e cioè con la circolazione metallica, si è voluto andare incontro alle esigenze degli strati meno progrediti della popolazione.

Nella scelta del nuovo sistema monetario molteplici erano gli elementi da tenere in considerazione e particolar- mente: a) il grado di sviluppo economico e in ispecie l'andamento della produzione locale e degli scambi inter- ni; b) l'entità e l'indirizzo degli scambi internazionali con altri mercati e con quello italiano; e) il sistema monetario vigente, il quale, in un certo senso, e cioè per la necessità di evitare salti troppo bruschi per le abitudini che avreb- bero indubbiamente influito anche sull'andamento dei prezzi, condizionava quello da introdurre.

Si è visto come si sia andati incontro a quest'ultima ne- cessità attribuendo al somalo la stessa parità dello scellino E.A. e mettendo in circolazione monete d'argento e di bronzo simili a quelle della moneta britannica. Le altre condizioni, invece, non potevano essere risolte su base esclusivamente tecnica, in quanto influivano direttamente sul concetto determinatore del sistema di emissione e so- prattutto sulle caratteristiche dell'ente a questo preposto.

Occorreva cioè creare un ente che fosse giuridicamente e di fatto distinto dagli organi dell'Amministrazione Fidu- ciaria e, al tempo stesso, dare alla moneta un contenuto che prescindesse dall'andamento dell'economia somala e la facesse posare su basi il più possibile solide ed il più pos- sibile apprezzabili intemazionalmente.

Gli insegnamenti dell'esperienza di altri Stati in terri- tori non metropolitani sotto-sviluppati o depressi con mo- neta autonoma hanno sconsigliato la creazione di un vero e proprio istituto di emissione per la Somalia e la costi- tuzione, in sua vece, di un organismo che provveda alla emissione di moneta contro copertura integrale e al con- seguente introito contro pagamento della copertura stessa.

L'istituto emittente del somalo è la « Cassa per la circo- lazione monetaria della Somalia, S.p.A. », costituita in Roma il 18 aprile scorso, che con disegno di legge già pre- sentato al Parlamento dovrà essere eretta in Istituto di di- ritto pubblico non appena l'assunzione dell'Amministra- zione fiduciaria della Somalia da parte dell'Italia sarà per- fezionata intemazionalmente con la decisione dell'Assem- blea delle Nazioni Unite.

Per il suo funzionamento la Cassa si avvale della Banca d'Italia, la quale intrattiene per conto della prima i rap- porti con il pubblico e con le altre aziende di credito. L'attribuzione della gestione della Cassa alla Banca d'Italia procura, con numerosi vantaggi minori, quello grande di aver evitato la costituzione di una nuova burocrazia (ridu- cendo sensibilmente i costi) e quello di aver messa a dispo- sizione della Cassa l'esperienza di uno dei maggiori istituti di emissione.

Nella sua struttura la Cassa ricorda quindi i « Currency Boards » istituiti nei vari territori dell'Impero britannico. Per esemplificare, può dirsi che ci troviamo di fronte ad un organismo al quale sono attribuiti i compiti e le fun- zioni del dipartimento di emissione dell'istituto di emis- sione del classico tipo anglosassone. Là dove la Cassa della Somalia si distacca e si differenzia nettamente da ogni altro organismo del genere è nella composizione della copertura della moneta, che deve essere integralmente costituita da oro, argento e valuta estera. Infatti le riserve non possono

essere costituite esclusivamente da lire italiane» come av- viene per i Boards britannici nei confronti della sterlina, in quanto ciò condurrebbe ad un sistema misto che, come si è detto, si è voluto evitare; nemmeno le riserve pos- sono essere costituite, seppure parzialmente, da titoli lo- cali, in quanto, almeno per il momento, non esiste la possi- bilità economica di una loro emissione.

In altre parole, per ogni somalo in circolazione deve entrare nella Cassa un corrispondente ammontare di oro o di argento o di valuta estera (dollari, sterline, lire ita- liane, franchi svizzeri o belgi, ecc). L'andamento dei traf- fici della Somalia, la loro distribuzione tra i paesi esteri e quindi il tipo di valute con le quali gli scambi stessi verranno regolati, nonché le esigenze di dirigere le scelte verso le valute stabili, presiederanno alla composizione delle riserve; ciò che è rilevante constatare sin d'ora è che, in ogni momento, il somalo sarà garantito in pieno da mezzi di pagamento sull'estero, vale a dire che il suo valore avrà sempre basi solide, che consentano di guar- dare al futuro con completa sicurezza.

Ciò non significa, naturalmente, che la nuova moneta sia convertibile; sicché la Cassa, nella sua politica mo- netaria, può in qualsiasi momento ed a suo discrezionale giudizio rifiutare la autorizzazione ad una operazione sia di esito che di introito, mentre l'attuale disciplina dei cambi esistente in Somalia non consente la detenzione di oro o valute estere da parte di privati. L'obbligo della copertura integrale al 100 per cento della circolazione, e soprattutto la composizione di tale copertura riveste, ed è bene nuovamente ripeterlo, particolare importanza per due motivi: da una parte perché essa costituisce la sicura garanzia della solidità della nuova moneta e della sua apprezzabilità internazionale; dall'altra perché, a seconda che si seguano criteri più o meno restrittivi nella scelta dei valori che possono costituire la riserva, ci si può più o meno prevenire da movimenti inflazionistici e di de- prezzamento del somalo.

Con la ricordata ordinanza - pubblicata contempora- neamente a quelle che determinavano i distintivi e le ca- ratteristiche della nuova moneta, nonché i contingenti di fabbricazione - era naturalmente stabilito che il somalo, con i suoi multipli e sottomultipli, è la sola moneta avente corso legale in Somalia. Si è reso quindi necessario di prov- vedere alle operazioni di cambio delle monete già circo- lanti in Somalia e cioè, come si è detto, lo scellino E.A. e la lira italiana. Tali operazioni, disciplinate dall'ordinanza n. 17 del Ì6 maggio, hanno avuto inizio il 22 maggio e si sono concluse tre mesi dopo, il 22 agosto. Esse si sono svolte sotto la sorveglianza della Banca d'Italia, che aveva all'uopo istituito posti di cambio fissi in Mogadiscio, presso la propria Filiale locale e le Filiali delle altre aziende di credito colà operanti (Banco di Napoli e Banco di Roma), nonché sei posti di cambio mobili, i quali, nel giro dei due primi mesi, hanno sostato in ciascun capoluogo dei Commissariati della Migiurtinia, del Benadir, del Mudugh, dell'Alto Giuba, del Basso Giuba e del Basso Uebi See- beli e nelle rispettive Residenze.

Il pieno successo delle operazioni di cambio, il gradi- mento mostrato dagli indigeni verso la nuova moneta, la fiducia nelle sorti di questa dimostrano più e meglio di qualsiasi discorso che il popolo somalo ha compreso che questa non è la moneta di altri paesi ed altri territori la quale opera, viene messa e ritirata in relazione ai bisogni di altri paesi e territori. L'Italia ancora una volta ha di- mostrato la sua amicizia verso quel popolo cui è legata da cinque decenni di comunanza di vita e di interessi.

Le caratteristiche stesse della nuova moneta, l'essere stata istituita appositamente per quel territorio ed al tempo stesso posta sulle basi di antiche tradizioni ed antiche esperienze, costituiscono sicuri auspici per il futuro. Ed è quindi con certezza che si possono prevedere le migliori fortune della nuova moneta, il somalo, al servizio del- l'economia somala.

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